GESU’ FU GUIDATO DALLO SPIRITO NEL DESERTO E TENTATO DAL DIAVOLO – Commento al

Vangelo di P. Alberto Maggi OSM

Lc 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Per la prima domenica di Quaresima, la chiesa ci offre, per la liturgia, il brano conosciuto come le tentazioni di Gesù. Il brano è dal vangelo di Luca, capitolo 4, 1-13.

Per comprendere bene quello che l’evangelista ci vuole presentare dovremmo abbandonare il termine “tentazione”, perché per “tentazione” si intende qualcosa che incita al male, al peccato; invece, qui, nulla di tutto questo. Il diavolo, lo vedremo, non si presenta come un avversario che tenta Gesù al male, al peccato, ma come un suo collaboratore, un fidato collaboratore, che gli consiglia – e si mette a sua disposizione – tutti i mezzi per affermarsi come messia.

Vediamo il testo. “Gesù, pieno di Spirito Santo”, è dopo il battesimo e ha ricevuto lo Spirito, cioè la forza, la capacità d’amore di Dio, “si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto”. Perché

nel deserto? Luca pone tutta al sua opera sotto la direttiva dell’esodo di Gesù. C’era stato un antico esodo, quello in cui gli ebrei erano stati liberati da Mosè, dalla schiavitù egiziana per entrare nella terra promessa. Ora la terra promessa è diventata terra di schiavitù dalla quale Gesù deve uscire, portando dietro di sé la gente per liberarla.

“Per quaranta giorni”, i numeri nella Scrittura hanno sempre valore figurato, mai matematico, aritmetico. Il numero quaranta indica ‘una generazione’. Quello che l’evangelista ci vuole presentare, come del resto gli altri evangelisti, non è un periodo di tempo limitato nella vita di Gesù in cui Gesù ha vinto, in questa gara contro il diavolo e poi dopo è tutto a posto. No, l’evangelista ci dice che tutta la vita di Gesù è stata sotto l’insegna di queste tentazioni, o meglio di queste seduzioni.

Quindi, tutta la vita di Gesù, rappresentata da questo numero ‘quaranta’.

“Tentato dal diavolo”, chi è il diavolo? Se Dio è amore che si mette a servizio, il diavolo è immagine del potere che toglie. “Non mangiò nulla”, qui non si tratta di digiuno; l’evangelista evita il termine digiuno per non far pensare che Gesù abbia praticato il digiuno religioso, ma dice che “non mangiò nulla in quei giorni”.

“Ma quando furono terminati, ebbe fame”, ma non è una fame fisica. La fame di Gesù è qualcosa di più. Gesù dirà più avanti, al momento della sua passione, “ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché non la mangerò più finché essa non si compia nel Regno di Dio”.

Quindi la fame di Gesù, l’uomo pieno di Spirito Santo, è di manifestare questo Spirito attraverso il dono totale di sé, la pienezza della sua missione. Ecco allora che sopraggiunge il diavolo, che, ripeto, che non viene come un avversario, ma come un collaboratore, anzi, un fidato collaboratore.

“Allora il diavolo gli disse «Se tu sei il Figlio di Dio»”, attenzione, il diavolo non mette in dubbio la figliolanza di Dio, anzi, ma dice “giacché sei il Figlio di Dio”, questo è il significato, cioè “sei il Figlio di Dio, usa le tue capacità a tuo vantaggio”, «dì a questa pietra che diventi pane»”. C’è qui un’eco di quello che più volte verrà ripetuto a Gesù durante la sua esistenza, per questo dicevamo che non sono un periodo limitato di tempo, ma tutta la vita di Gesù, all’insegna di queste tentazioni.

Quando Gesù a Nazareth predica in una sinagoga, la gente gli dirà “medico cura te stesso”, o più ancora, quando, appeso già alla croce i capi gli diranno “ha salvato gli altri, salvi se stesso se è il Cristo di Dio”. Ecco la stessa tentazione: giacché sei il Figlio di Dio usa le tue capacità per te. “Giacché è il Cristo di Dio, l’unto di Dio, usi le sue forze per salvarsi”.

Quindi la prima tentazione è usare a proprio vantaggio le sue capacità. E Gesù risponde con un brano preso dal Libro del Deuteronomio, “«Non di solo pane vivrà l’uomo»”, quindi c’è qualcosa di più importante.

La seconda seduzione, “il diavolo lo condusse in alto”,’in alto’ è un espressione che indica la sfera divina, quindi gli offre la condizione divina, “e gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò

tutto questo potere e la loro gloria perché a me è stata data e io la do a chi voglio»”. La denuncia dell’evangelista è drammatica, non è Dio, ma è il diavolo colui che conferisce il potere e la ricchezza. Potere e gloria sono del diavolo e lui le da a chi vuole.

C’è un’unica condizione, “«Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo»”. Il potere, la ricchezza, la gloria sono del diavolo, e il diavolo è disposto a darli perfino a Gesù, perché? Fintanto che ci sarà potere ci sarà ingiustizia e non potrà realizzarsi il Regno di Dio. Quindi il diavolo sta tentando, sta seducendo Gesù con la presa del potere che è il vero peccato di idolatria: usare il potere per affermare il Regno di Dio. Il Regno di Dio non si afferma con il potere, ma con l’amore.

Gesù gli risponde, sempre prendendo una frase dal Libro del Deuteronomio, «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”», cioè l’incompatibilità tra Dio e il potere, tra l’amore che si fa servizio e il dominio. Incompatibilità assoluta.

L’ultima carta che ha il diavolo è quella di portarlo nella città santa, a Gerusalemme, e lo mette addirittura sul punto più alto del tempio e, mentre con questa nuova seduzione ripete “Giacché, se sei il Figlio di Dio”, abbiamo notato che in quella di mezzo non gliel’ha proposta. La tentazione del potere e della ricchezza non è importante rivolgerla a uno perché è Figlio di Dio, perché è una tentazione alla quale – e il diavolo lo sa – ogni uomo (religioso o no) soccombe.

Alla tentazione della ricchezza e del potere pochi riescono a resistere.  E qui invece di nuovo dice

«Giacché sei il Figlio di Dio, gettati giù»” cioè fa’ un segno spettacolare, straordinario, delle tue capacità così il popolo ti crederà. E qui il diavolo sembra un esperto dottore della legge, infatti cita il Salmo 91, due versetti, “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”».

Quindi qui l’evangelista fa comprendere che, sotto la figura di questo diavolo, si nascondono in realtà i dottori della legge che tenteranno Gesù. E Gesù mette fine alla disputa. “Gli rispose: È stato detto: “Non metterai alla prova», cioè esattamente ‘non tenterai’, « il Signore Dio tuo”».

E, di nuovo cintando il Libro del Deuteronomio, Gesù afferma la piena fiducia nel Padre. “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”. Qual è questo momento fissato? Nel Vangelo c’è un punto ben preciso, al Capitolo 10, versetto25, quando sarà proprio un dottore della legge colui che tenterà Gesù.

Il verbo “tentare” riapparirà di nuovo; quindi queste tentazioni non sono un episodio isolato della vita di Gesù, ma tutta l’esistenza di Gesù è stata sotto il segno della tentazione, della seduzione, di prendere il potere e la ricchezza per affermare il Regno di Dio. Ma Gesù ha rifiutato assolutamente.