Marco 1,7-11

TI SEI MIO FIGLIO, “L’AMATO”, IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO

Perché Gesù, senza peccato, si fa battezzare? 

Questo ha creato problemi di comprensione in quanto Giovanni Battista diceva chiaramente che il battesimo  era “segno di conversione per il perdono del peccato” e Gesù non ne aveva bisogno.

Marco usa gli stessi termini per la morte di Gesù e per il battesimo. Battezzare, infatti, significa immergersi nell’acqua e morire al passato: battesimo è segno di morte.

Gesù entra in questa schiera di peccatori che accolgono la proposta di Giovanni Battista ,suo maestro  e vi introduce una novità: lo spirito di Dio ,che comunica la sua capacità di amare.

Battesimo, segno di morte, Gesù lo riprende quando i discepoli gli chiedono i primi posti accanto a lui, posti di “potere” nel suo regno. Dice loro “Potete bere il calice che bevo e ricevere il battesimo (di morte) con cui sono battezzato”. Gesù parla del suo battesimo di morte al futuro, che sta  per venire: è l’accettazione della morte. E’ cosciente che dovrà affrontare la morte “Venne a Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. “ E subito salendo” (emergendo dall’acqua)…. 

Essere battezzati significava “discendere nella morte” (l’acqua in cui ti immergi non ti lascia sopravvivere). 

Gesù non sarà preso dalla morte, ma “emergendo dall’acqua”  dimostrerà di essere più forte della morte.

Ed allora “Subito vide squarciarsi i cieli”, i cieli – dimora di Dio – che erano chiusi, sigillati (tra Dio e gli uomini non vi erano più rapporti) si squarciano, si rompono e non si possono più richiudere.

 La “comunicazione tra Dio e gli uomini riprende” e sarà costante per chi si apre ad accogliere ..

Questo verbo “squarciare” sarà anche utilizzato per il velo del tempio che, alla morte di Gesù si squarcia. Il Dio nascosto nel tempio ora non si nasconde più, perché l’uomo della luce lo rende visibile: Gesù è la sua rivelazione concreta.

“E lo Spirito scende verso di lui come una colomba”. Gesù è il nido dello Spirito, è lì dove lo Spirito, la potenza dell’amore di Dio scende. Ma c’è anche il richiamo ad un’interpretazione che i rabbini davano dello Spirito di Dio che, nella creazione, dopo il diluvio ,aleggiava sopra le acque come una colomba.

Il termine “Spirito” lo ritroviamo anche nel momento della morte di Gesù, quando si legge “Gesù, dando un forte grido, spirò”.

 Spirare significa “comunicare lo Spirito”, quindi Gesù nel momento della morte comunica il suo Spirito, la sua vita a quanti lo accolgono.

E poi una “voce dal cielo” comunica il messaggio di Dio “Tu sei il mio figlio, l’amato”, quello che eredita tutto da me, che è la mia continuazione. “In te ho posto il mio favore”.

Gesù, come messia, vince la morte, ci dà la vita di Dio che supera la morte.

Marco, dunque, nel battesimo anticipa quello che è il momento della morte: battesimo era morire al passato, per Gesù è morire al futuro e con la forza dello Spirito ha e comunica una vita che supera la morte.

Per questo si fa battezzare: per vincere il muro della morte e comunicare vita.