Lc. 6, 39-49

“PERCHE’ GUARDI LA PAGLIUZZA ….. E NON VEDI LA TRAVE?”
(LE LOGICHE DI DIO E QUELLE DEGLI UOMINI)

Cinque riflessioni semplici, “paragoni” o parabole che hanno per protagonista il cieco che fa da guida, chi ha pregiudizi e l’albero buono o cattivo, il maestro e poi un quarto soggetto: l’uomo che costruisce la casa sulla sabbia.

Accenno al significato delle 5 proposte-paragoni.

Il cieco non è una buona guida, uno dei due deve vederci se no cadono in un fosso.

Quando diamo un giudizio su un altro che ancora non conosciamo, è difficile fare un’analisi giusta.

Dobbiamo spogliarci prima delle squame che abbiamo sugli occhi “trave che è davanti” per poter analizzare bene la “pagliuzza”, la piccola distorsione che è nell’occhio dell’altro.

Come possiamo essere di sostegno all’altro/a senza presunzione di essere il maestro, il vedente perfetto, il saputo?

Un esempio comprensibile  è di chi vuol costruire la casa: che cosa cerca? Un terreno sicuro che regga alla pioggia, al vento, al caldo ed al freddo. Gesù, con la casa, ci parla di vita: come si può reggere per una vita senza rischi di crollare? Ognuno di noi ha avuto momenti di sbandamento, n cui non ha retto. Questo è l’umano: fragile in molti momenti.

Ma Gesù di Nazareth ha chiamato a costruire gente che nessuno avrebbe mai scelto. Le scelte di Dio sono sempre diverse da quelle degli uomini. Pensiamo a Paolo apostolo che, da buon ebreo, aveva perseguitato la setta dei cristiani, ma diventa pilastro di sostegno all’apertura di una chiesa diversa.

La scelta di Dio, che ci viene dalla Bibbia, è l’inadeguatezza. Mosè ha un passato di ricercato per omicidio, è fuggitivo, pure balbuziente (Esodo 2 e 4).

Quando il popolo vuole un re, Samuele passa in rassegna tutti i figli di Jesse e sceglie l’ultimo, che fa il pastore, David.

Nel gruppo delle persone che diventano i “dodici” ci sono persone ignoranti e scarti di società, ambiziosi che rischiano di far naufragare il gruppo (Marco 10,35) come Giovanni e Giacomo (figli del tuono) per la voglia di incenerire tutti. Poi Simone lo zelota (appartenente a un gruppo armato, violento. E poi Pietro, testardo, che lo tradirà. “E tutti fuggirono” (Matteo 26,56) davanti alla condanna ingloriosa.

La logica di Dio e quella degli uomini sono diverse, e affiderà loro, a questi fuggiti, di testimoniarlo, non si vergogna di loro.