Matteo 14,22-33

COMANDAMI DI VENIRE VERSO DI TE

Il senso finale di questo brano si può sintetizzare: Gesù non è venuto a restaurare il regno di Israele, ma ad inaugurare il Regno di Dio, cioè l’amore universale verso le persone, di qualità profonda, rivolto anche ai pagani. Chi l’accoglie, lo comunica allo stesso modo.

Ma i discepoli, nazionalisti, non ci sentono, resistono.

Questo troviamo nel cap. 14, 22-33 di Matteo. Subito dopo la condivisione dei pani, “costrinse” i discepoli a salire in barca ed andare all’altra riva. Per loro, ebrei, andare sulla riva orientale del lago di Tiberiade, dove vivono i non ebrei, è contro le loro idee, non vogliono avere a che fare con i pagani cui Gesù ha esteso la sua proposta.

Lui non va, si ferma ancora ,congeda la folla e sale sul monte delle Beatitudini. E “in disparte”, cioè i discepoli sono ostili, resistono, e lì si ferma a  pregare. Matteo parla due volte di Gesù che prega: qui e al Getsemani, sempre in momenti di crisi del gruppo.

“Venuta la sera” (richiama il momento della cena pasquale ) è solo, come al Getsemani dove i discepoli lo accompagnano, ma dormono, non lo seguono. “La barca distante da terra è agitata da un  forte vento contrario”. Con “vento contrario” vuole rappresentare la resistenza dei discepoli che, di andare dai pagani, mettersi a disposizione, servirli, non ne vogliono sapere.

Allo spuntare dell’alba va verso di loro camminando sulle acque. Simboleggia la condizione divina (ricordiamo il Genesi) che  quando Jahvè aleggia sul caos (così è letto il mare perché nessuno lo può dominare).

E Gesù, confermando la condizione divina, dice “Io sono”. Pietro gli propone di raggiungerlo, ma, sentendo il vento contro, non si fida e sprofonda. Come la casa costruita sulla sabbia che non regge al vento ed all’acqua. Gesù lo solleva e gli dice “Uomo di poca fede”. Colui (Pietro) che è chiamato ad essere pescatore di uomini, fallisce, deve essere afferrato e salvato da Gesù.

Appena Gesù sale sulla barca cessa il vento; gli altri riconoscono che “Davvero sei figlio di Dio”, non il giustiziere violento.

Si manifesta in modo assolutamente nuovo.