Mt 6,24-34

NON PREOCCUPATEVI DEL DOMANI

perché ogni giorno il signore risponde ai bisogni dei suoi figli      

 

In questo brano del vangelo di Matteo Gesù conferma quanto annunziato nelle beatitudini.

 Chi si prende cura del bene dell’altro e del benessere del proprio fratello, permetterà al Padre di prendersi cura di lui.

Per questo il brano comincia dal capitolo 6, versetto 24 di Matteo, con l’avvertimento di Gesù “Non potete servire Dio e la ricchezza”.

Per ‘ricchezza’ adopera l’espressione  aramaica Mamona, che indica il patrimonio, il capitale, cioè quelloin cui l’uomo mette la propria fiducia. Mammona viene da una radice che è la stessa dalla  quale viene poi fuori la parola Amen, cioè quello che è vero, quello che è sicuro. Ebbene l’uomo mette la sicurezza nei beni che ha accumulato.

Gesù invita a mettere la propria sicurezza non in quello che uno ha e trattiene per sé, ma in quello che uno dà e condivide con gli altri. Quindi Gesù invita a fare questa scelta. E, conferma Gesù, che se c’è questa scelta il Padre si prende cura dei suoi figli.

Infatti, dice Gesù, «Non preoccupatevi»”, e questo invito a non preoccuparsi verrà ripetuto per ben tre volte, e, secondo la tecnica letteraria degli evangelisti, significa qualcosa di completo, di definitivo, di sicuro. Quindi Gesù invita a non preoccuparsi degli elementi essenziali della vita, quali sono il mangiare, il bere o il vestire, e porta degli esempi. Dice: «Guardate gli uccelli del cielo»”. Perché fa proprio questo esempio degli uccelli del cielo? Perché erano ritenuti animali inutili e nocivi, animali per i quali il Signore non veniva benedetto. Addirittura nel vangelo di Luca si parla di corvi, che erano considerati animali impuri. Quindi gli elementi più inutili e insignificanti della creazione.

Ebbene, dice Gesù «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre»”. Questo di Gesù non è l’invito a un fatalismo in cui si attende che la provvidenza faccia tutto. No! Gesù dice “Se Dio nutre gli uccelli del cielo che non seminano, non mietono, né raccolgono, quanto più voi che seminate, mietete e raccogliete. Quindi non è un invito a non far nulla, ma ad impegnarsi attivamente senza preoccupazione.

E poi Gesù fa l’esempio che nessuno può allungare la propria vita oppure il vestito e poi dice:

«Osservate i fiori di campo»”. I fiori più comuni, quelli la cui durata era appena di un giorno. E Gesù assicura che “«neanche Salomone, con tutta la sua gloria»”, cioè la sua vanità, «era vestito come uno di loro»”. Allora l’insegnamento di Gesù: “«Se Dio veste l’erba del campo, che dura appena un giorno ,oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi …»”, e qui c’è il rimprovero di Gesù,“«.. gente di poca fede?»

Poca fede non significa che si crede poco, ma mancanza di fiducia. Quindi Gesù invita alla piena fiducia. Se voi vi impegnate per il bene degli altri, il Padre si prenderà cura di voi, a tutto vantaggio degli uomini! Allora Gesù per la seconda volta dice: “Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’»e fa un paragone molto forte.

«Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani»”, quelli che non credono nel Padre. Quindi se voi vi preoccupate per la vita, di quello che avete, siete come persone che non conoscono il Padre. E, assicura Gesù: «Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno»”. L’assicurazione di Gesù è che al Padre non bisogna chiedere perché il Padre precede le richieste degli uomini, lui conosce i bisogni degli uomini, quindi l’azione del Padre precede sempre la richiesta del figlio.

Ed ecco l’invito finale. «Cercate …»”, cioè adoperatevi, datevi da fare, “«… invece, anzitutto, il regno di Dio»”, cioè questa nuova comunità alternativa alla società dominata dai potenti , dove al posto dell’avere ci sia il condividere, al posto del comandare ci sia il servire, «e la sua giustizia»”. Per giustizia si intende la fedeltà. Quindi Gesù invita alla fedeltà a quanto annunziato nelle beatitudini per creare una società alternativa. “«E tutte queste cose»”, quindi il mangiare, il bere e il vestire, “«vi saranno date»”, non nella misura in cui  ne necessitate, ma “«in aggiunta»”. Dio non si lascia vincere in generosità e regala vita a chi comunica vita agli altri.

Ed ecco l’ultimo invito a non preoccuparsi, per la terza volta.

«Non preoccupatevi dunque del domani»”. E qui una vecchia traduzione

era “perché il domani avrà le sue inquietudini”, cioè non preoccupatevi per il domani perché ci sono già tanti guai oggi, chissà quelli di domani. Nulla di tutto questo. La traduzione, che è stata riportata esatta nell’ultima edizione è: «Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso»”.

E’ la piena fiducia, la piena serenità. Come oggi avete sperimentato l’azione provvidenziale del Padre che si è preso cura di voi, anche domani questo accadrà. E conclude Gesù: «A ciascun giorno basta la sua pena»”, cioè il problema, l’affanno, la preoccupazione, non devono essere proiettati nel futuro, ma ogni giorno il Signore risponde ai bisogni dei suoi figli.