VANGELI: COME LEGGERLI, ALCUNI SUGGERIMENTI PER LA LETTURA

PREMESSA

Avvicinarsi ai Vangeli, senza nessuno strumento culturale, c’è il rischio di uscirne disorientati da alcuni episodi letti letteralmente, come fossero cronaca e parole dirette di Gesù di Nazareth: non è così.

 

1.VANGELO: GENERI LETTERARI ED ALTRO

  1. Se leggiamo letteralmente Marco 11,12-14, il fico verde che Gesù secca fino alle radici perché è carico di foglie verdi ma non dà frutto, ne usciamo disorientati. Gesù non è insensato da cercare frutti fuori stagione e maledire l’albero, ma vuole comunicare un altro messaggio.
  2. Se ancora leggiamo letteralmente Matteo 27,5-53 “Il velo del tempio si squarciò in due, …. la terra tremò … i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano già morti, risuscitarono … entrarono in città”, restiamo sconcertati.

Sono due di tanti episodi che mettono a rischio la fede del credente che si avvicina al Vangelo.

I Vangeli sono scritti per suscitare la fede, ma rischiano di metterla in crisi.  E non si può rispondere a chi ti chiede spiegazioni con uno slogan: “è un mistero, occorre aver fede!”

  • Come è possibile che Gesù sia nato da donna rimasta vergine? “E’ un mistero!”
  • Come ha fatto a risuscitare Lazzaro, già in decomposizione? “E’ un mistero!”
  • Come può aver sfamato con 5 pani e 2 pesci 5.000 persone? Come ha cambiato 600 litri di acqua in buon vino? Ecc. “E’ un mistero!”

Tutto l’insegnamento di Gesù finisce in una serie di misteri che violentano la ragione ed il buon senso.

 

L’impatto con il Vangelo non è incoraggiante, è un libro di cronaca, di favole, di racconti mitologici?

Gesù guarisce in tutto 12 lebbrosi e qualche cieco: perché non tutti quelli che incontra? E perché oggi non li guarisce più?

Risuscita tre morti, e gli altri? Non poteva risuscitarli tutti?

Poi dice ai discepoli “Farete cose più grandi”, ma in 2000 anni non si conosce un morto risuscitato.

Dopo i 5 pani e i 2 pesci di Matteo 14,17 “moltiplicati”, Gesù dice “Farete opere ancora più grandi”, ma nessuno oggi lo fa e lui ci dice che basta la fede grande “quanto un granello di senape” (Lc. 17,5).

Il “discorso della montagna” sconcerta:  ma Gesù vuole nobilitare la povertà? Non se lo è mai sognato .Chi è povero non capisce perché dovrebbe sentirsi “beato”.

E la religione viene accusata di essere “oppio dei popoli” (Marx).

Ci si può avvicinare al Vangelo senza strumenti semplici? Sì, ma con grandi rischi di stravolgerlo.

 

2.CHE COSA SONO I VANGELI: UNA RIFLESSIONE DELLE COMUNITA’

Per prima cosa capire il genere letterario.I Vangeli non vanno letti come storia di quel che Gesù ha fatto, in quanto gli evangelisti non vogliono dire questo. I Vangeli non sono la cronaca di ciò che è avvenuto in Palestina, ma una riflessione delle comunità che hanno accolto e praticato il messaggio di Gesù.

La Chiesa ha avuto bisogno di quattro Vangeli, quattro letture diverse; tutti diversi sono i Vangeli ed ognuno narra quanto la comunità ha capito di quel messaggio.

Non si ha la certezza di un solo gesto, una sola parola esatta realmente pronunciata da Gesù.

Grandi differenze da un Vangelo all’altro ci impediscono di conoscere quanto realmente compiuto, detto, fatto. Es.:

  • L’ultima cena (riportata da tre evangelisti sinottici) è diversa sia nelle parole sia nei gesti. Paolo ne dà, ancora, una versione diversa (1 Corinti 11,23). La ricostruzione è “impossibile”.
  • Le “Beatitudini”: sono 8 in Matteo, 4 in Luca. In pianura o sul monte.
  • Il “Padre nostro”: quale è la formula di Gesù? La più lunga di Matteo o quella di Luca, breve?
  • Gesù, dopo la risurrezione, appare subito – come dice Giovanni – o la rimanda di qualche giorno?

In conclusione: gli evangelisti non ci vogliono trasmettere l’esattezza dei fatti storici, ma la verità di fede che contengono.

La verità è una, i modi di comunicarla sono molti. La verità comunicata è semplice: l’amore di Dio è universale e gli emarginati dalla religione, ritenuti peccatori, sono, in realtà, i primi a cogliere la sua presenza.

I modi sono diversi. La nascita di Gesù ha protagonisti i pastori (Luca), i maghi orientali (Matteo), tutti considerati lontani. Con questi personaggi passano il messaggio dell’amore universale.

 

3.IL LINGUAGGIO DEI VANGELI: LE IMMAGINI

Quale linguaggi usano? E’ difficile perché  è un testo di 2000 anni fa, scritto in greco biblico ormai defunto, con immagini orientali molto diverse dalle nostre.

La “buona notizia” (cioè Vangelo) è trasmessa con immagini (e non con concetti teologici), calde immagini di vita. Per questo è necessario capire che cosa vuol comunicare e come vuole presentarla.

Chiudendo il Vangelo Marco scrive “Il Signore fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” (16,19). Che cosa vuol dire?

 Gesù, messo a morte come delinquente, ha la condizione divina. Questo concetto è espresso in termini reali con questa immagine perché “alla destra” siede colui che è destinato allo stesso potere.

Anche noi usiamo, oggi, immagini. Per es. per dire che uno è in difficoltà economiche usiamo l’espressione “è al verde”; chi è sorpreso “è caduto dalle nuvole”; chi è sfrontato “ha una faccia di latta”; chi è strano “ha i grilli per la testa”. Si tratta di modi di dire.

Molte immagini degli evangelisti sono comprensibili anche oggi, altre vanno lette nella cultura del tempo e non vanno prese alla lettera. Es. “Se il tuo occhi ti scandalizza, toglilo. Se il tuo piede … taglialo. Se scandalizzi uno di questi piccoli è meglio che appendi al collo una macina….”

Così anche molte cose riferite alla caparbietà dell’individuo (sordo) o alla sua capacità di essere fidabile (muto come un pesce).

La missione di Gesù è “aprire gli occhi ai ciechi” (Luca 4,18), non farli vedere (occhi fisici), ma occhio interiore (comprensione).

Miracolo – Segno: gli evangelisti usano “segno” che la comunità deve continuare.

Inoltre, nel linguaggio del tempo, vi sono parole riferite ad animali o situazioni che indicano l’opposto. Erode è una volpe (= insulso! non furbo). Cospargere di olio il capo = profumare.

Gettare i sandali = conquistare. Ammassare carboni ardenti = farlo vergognare.

Così pure i riferimenti agli organi del corpo umano. “Scruta le reni degli uomini” (Salmo 7,10) che nella cultura ebraica significa sede della coscienza morale, della mente. “Duro di cuore” (crudele, non bastardo).

Il comune lettore, che non è tenuto a sapere tutti i modi di dire ebraici, troverà incomprensibile l’invito di Davide all’ufficiale Uria “Scendi a casa tua e lavati i piedi” (2 Samuele 11,8), che vuol dire “unisciti con tua moglie”. Poi, mentre Uria era impegnato al fronte, approfitta di lei, nasce un figlio che non riconosce e lo uccide.

Giovanni Battista annuncia l’arrivo di Gesù come “colui del quale non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo” (Giovanni 27). Non è un atto di umiltà, ma appartiene alle norme del levirato che regolano il matrimonio. Se il cognato (levir) si rifiutava di mettere incinta la moglie del fratello, vedova senza figli, veniva “scalzato” da un altro fratello che prendeva questo diritto. Significa: a Giovanni Battista non mi appartiene il diritto di fecondare Israele, ma appartiene a Gesù.

Infine, frasi di linguaggio cosmologico. Così “Regno dei cieli” è stato inteso come aldilà, paradiso. Questa espressione, presente solo in Matteo, significa azione di Dio, cielo è Dio stesso.

Sole e luna indicano le religioni pagane.

L’annuncio “il sole si oscura, la luna non darà più il suo splendore” (Marco13,24) indica non una catastrofe, ma un tempo nuovo, positivo, una rinascita.

 

4.I NUMERI

Spesso la Bibbia illustra immagini e fatti con numeri. Anche noi, nel linguaggio ordinario, lo facciamo: va in mille pezzi, te lo ripeto 100 volte, si fanno due passi, siamo 4 gatti.

La creazione è in 7giorni, Matusalemme visse 969 anni, Noè è diventato padre a 500 anni ed è vissuto fino a 950. Poi il Creatore si arrabbia e fissa il limite a 120 anni.

Nei Vangeli i numeri hanno senso figurato:

3 significa “completamente” (Pietro lo rinnega 3 volte). Gesù “dopo 3 giorni risuscita” (Matteo 16,21), assicura che tornerà alla vita in maniera definitiva (sconfiggerà la morte).

7 significa tutto, perfezione. Gesù invita a dividere 5 pani più 2 pesci = 7 (Matteo 14,13), cioè tutto.

8 è la “vita eterna” (risorge il giorno primo dopo il sabato, ottavo giorno).

12 le tribù di Israele, 40 è una generazione.

50 indica la forza dello Spirito, 50° giorno.

70 è il numero delle nazioni del mondo conosciute.

 

5.COME LEGGERE I VANGELI:suggerimenti.

Sapere che i titoli sono aggiunte al testo, non sono dei Vangeli e molte volte non ti  aiutano a capire. Sono aggiunti per capire, ma sono stati aggiunti nei secoli seguenti.

Vediamo degli esempi.

  • Con “miracolo” si intende fatto straordinario a favore dell’uomo.

Per Marco 5,30-44 (la Bibbia della CEI) mette “moltiplicazione dei pani”. No, non c’è questa parola, anzi indica, invece, conflitto tra comprare  per risolvere il problema della fame e “condividere tutto” (5+2=7) e solo questo “condividere tutto” risolve il problema della fame.

  • Altro titolo errato “Ricco cattivo e povero Lazzaro” non c’è parola nel testo: come dire che quel ricco è cattivo (mentre gli altri sono buoni). No, significa che questo ricco è “cattivo” perché non si è accorto del povero, non lo lasciava entrare nella sua esistenza.
  • Cacciata dal tempio o purificazione del tempio? (Giovanni 2,19). Non si tratta di purificarlo cacciando i mercanti e gli acquirente, ma di eliminazione del luogo sacro non più necessario.

I Vangeli così difficili da interpretare: e gli analfabeti del tempo?

Non sono stati scritti per essere letti da soli, ma ascoltati collettivamente, quando la maggioranza era analfabeta (Atti 4,13).

Gli evangelisti, teologi e letterati profondi delle comunità, li trasmettevano ad una persona colta (lettore) incaricato che leggeva ed interpretava e spiegava alla gente. Ci sono passi in cui si dice “che il lettore faccia attenzione” (Marco 13,14; Matteo 24,15).

Alcune espressioni centrali, però, non hanno bisogno di spiegazioni “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono”.

Gli evangelisti presentano la “teologia di quello che la comunità può fare”, il significato della sua persona nella vita della comunità.

Dobbiamo abolire tutto quello che crediamo sia Vangelo, ma è in realtà solo una nostra lettura.

Dobbiamo leggere quello che il testo dice e non secondo una pre-comprensione che abbiamo in mente. Lo leggiamo avendo in testa quello che già ci sembra di conoscere.

Esempi:

  • Luca dice che Maria va a trovare Elisabetta sua parente (non cugina)
  • La nascita di Gesù si colloca in una stalla o grotta, ma non è così, non c’è nulla.
  • I magi diventano 3 e re: sono maghi orientali.
  • La peccatrice anonima che unge i piedi a Gesù diventa Maria Maddalena (nei Vangeli non c’è).
  • Il Golgota (calvario, collinetta) diventa monte.
  • Il discepolo amato diventa Giovanni.

Rischiamo di leggere il Vangelo con il folclore devozionale confondendolo con il Vangelo.

 

6.TECNICHE LETTERARIE: TRITTICO

Vi sono tecniche letterarie che ci aiutano a capire. Trittico è un dipinto centrale con due sportelli laterali quello che è nei lati non si capisce se non si conosce quello che è nel centro. Facciamo un esempio.

Tavola centrale: Gesù entra nel tempio di Gerusalemme, a lato l’albero di fico pieno di foglie verdi che inganna, ma non dà frutto, è sterile. Il fico è la casa di Israele. Dio aveva fatto un patto: se il popolo praticava i suoi insegnamenti l’avrebbe protetto e il popolo avrebbe fatto vedere che il Dio di Israele era quello vero. Ma invece divenne come i popoli pagani: violento, oppressore, ingiusto in nome di Dio.

Gesù viene a chiedere conto e trova solo malvagità.

Il “tempo” non era  dei frutti. “Si aspettava che la vigna producesse uva, ma diede uva selvatica. Si aspettava giustizia e venne spargimento di sangue …. grida di oppressi “(Isaia 5,2-7).

Gesù dichiara l’alleanza è decaduta, il fico (Israele) è seccato fin dalle radici.

Il centro del dipinto è l’entrata nel tempio di Gerusalemme (Marco 11,15), nella parte laterale, l’albero di fico con tante foglio, ma sterile. Nell’altro quadro c’è la conferma di quanto annunciato da Gesù “Il fico (Israele) è seccato fin dalle radici”.

In mezzo a due episodi – fico lussureggiante e fico seccato – vi è l’irruzione nel tempio (Marco 11,15). Gesù non espelle i venditori, caccia anche quelli che comprano “Si mise a scacciare quelli che vendevano e compravano”.

L’azione di Gesù vuole abolire il culto, non purificare il tempio. Privandolo delle offerte colpisce la vitalità alla sorgente “Si secca fin dalle radici”.

Nell’immagine del fico sterile raffigura l’istituzione religiosa che, con il suo splendore, copre l’assenza totale di Dio.

 

Sono convinto che queste riflessioni,eelaborate dal Centro Biblico Vannucci e riassunte, ci possano aiutare a leggere il vangelo con più serenità.

 

Sintesi a cura di fredo Olivero,comunità di san Rocco,Torino 2016.9