I SACRAMENTI NEL NUOVO TESTAMENTO: SIMBOLI DI FEDE

VEDIAMO IL BATTESIMO

Facciamo un percorso basato sui testi biblici e non solo sulla tradizione

  1. SACRAMENTI

I sacramenti sono simboli della fede e  comportano la fiducia, l’abbandono in Dio “liberante”.

Può essere un abbraccio liberante quando si fa questa scelta in maniera incondizionata.

Dio ci rivela il suo “regno” ,la sua proposta attraverso Gesù di Nazareth che abbiamo scelto di accogliere come cristiani e seguire impegnando la nostra vita sui  valori proposti: giustizia, uguaglianza, fraternità, libertà ed amore, tenendo conto di chi è più debole. Questo lo chiama “regno di Dio”

Credere è fiducia, ma soprattutto esperienza di vita con cui simbolicamente si esprime quello che si vive celebrandola.

Ed i sacramenti sono i simboli della fede, di esperienze profonde, non riti.

Ma questi simboli non li hanno inventati tutti i cristiani, ma alcuni erano celebrati prima, ad esempio il battesimo, ed in molte religioni. Così i sacrifici di comunione in cui servivano pane e vino, erano molto anteriori e celebrati  in diversi popoli.

Ma quanto vogliamo capire è : se i sacramenti furono vissuti ed interpretati come riti (che producono un effetto automatico) o come simboli, che esprimono un’esperienza profonda , quella che vivono coloro che lo celebrano .Ora ci fermiamo al Battesimo .

 

  1. CHE COSA DICONO I TESTI DEL NUOVO TESTAMENTO.

PARTIAMO DAL BATTESIMO

La prima caratteristica che lo rende diverso da quello di Giovanni Battista è che non è solo di acqua, ma anche di Spirito come i testi indicano (Atti 10,47, 11,15, Matteo 3,11).

L’esperienza dello Spirito viene presentata da diversi autori in modo diverso. Che cosa produce ?

Dà l’effetto di  parlare non di propria iniziativa ( Marco 13,11), è forza che muove e sostiene le persone (Luca 2,27), dà gioia (Luca 10,21), dà libertà (2 Corinti 3,17). Come una forza che invade la persona dandogli nuovo slancio di vita. I due termini che derivano dal greco “spirito” (pnema) e forza (dynamis) si incrociano.

Ma gli autori decine di volte ci parlano, non tanto dello Spirito come persona, ma come forza, esperienza che invade e compenetra il credente operando in lui. Rappresenta la presenza di Dio nella comunità credente come Salvatore e Liberatore.

Quindi, l’esperienza cristiana del Battesimo è l’esperienza dello Spirito (come forza, gioia, amore, libertà), mentre quella di Giovanni Battista era di acqua e indicava cambiamento. Il battesimo di Gesù è un’esperienza dello Spirito (non un rito) che vivono i credenti.

Anzi, nel Nuovo Testamento non viene mai detto come avveniva il rito, delle preghiere che l’accompagnavano, dunque l’esperienza era essenziale (Atti 15 “Anzi voi vi sarete battezzati in Spirito Santo …..”), ma ricevevano lo Spirito anche senza rito battesimale! (Atti 2,1-4).

 

  1. BATTESIMO E’ ESPERIENZA DELLA MORTE: SI IMMERGE NELL’ACQUA (SEGNO DI MORTE)

Il verbo greco da cui deriva il battesimo significa “fare un’immersione”, immergersi nell’acqua, quindi acqua come segno di morte, minaccia contro la vita.

L’acqua ha due significati nella Bibbia: uno di vita (l’acqua è vita) ed uno di morte (acqua che travolte, che opera il diluvio).

Battesimo e morte erano tema familiare nella chiesa primitiva.

Lettera ai Romani “O non sapete che quanti siete stati battezzati in Cristo Gesù siete stati battezzati nella sua morte?” (Romani 6,3-5).

Anche un altro parallelo era comune: essere battezzato=essere crocifisso (1 Corinti, 1,13), soffrire e morire per la gente. I due termini si equivalevano.

Ed ancora più forte un’altra espressione: essere battezzato equivale ad essere sepolto (Colossesi 2,11-13).

Accettare il battesimo è accettare questo orientamento fondamentale della vita: rifiuto di quanto è dominio, oppressione, esercizio di potere ingiusto sugli altri ed al posto mettere un atteggiamento di servizio, di apertura.

Il battesimo porta con sé un cambiamento, la persona cammina nella vita in modo nuovo. Il battesimo può essere decisivo nella vita del credente, può cambiarla radicalmente.

Gli ebrei si legano a Mosè passando nel mare; i cristiani legano il loro destino alla sorte del Messia passando nell’acqua ma senza restare nell’acqua, che porterebbe la morte, ma passando dentro ,immergendosi  ed uscendone in modo nuovo, da persone rinate .

L’acqua è simbolo di questa forte esperienza: morte e vita di Gesù hanno un significato importante per la vita del credente

 

  1. BATTESIMO: ESPERIENZA DI LIBERTA’?

Il Mar Rosso fu, per gli Ebrei, il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Esodo di liberazione. Il battesimo cristiano comporta l’esperienza di liberazione.

Da che cosa ed n vista di che cosa?

Per Paolo: liberazione dalla legge (Romani 6,3-5). “Il peccato non dominerà su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia” (Romani 6,14).

Paolo, parlando di legge si riferisce al dacalogo, volontà impositiva di Dio codificata nei comandamenti (Esodo 20,13-17; Levitico 18,19 ….).

Il Battesimo porta con sé l’esperienza di libertà dalla legge:ora la “legge” è l’amore a Dio ed agli uomini (Romani 13,8-10). , o

E, secondo Paolo ai Galati, vero credente è uomo veramente libero. Perché si sente figlio di Dio e fa esperienza dello Spirito che guarda nel vostro cuore “Abbà, Padre” (Galati 4,6). L’amore libera dalla norma legale e genera libertà. Dove c’è amore c’è libertà senza discriminazione, senza barriere, non c’è più né giudeo é greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perchè tutti voi siete uno in Cristo (Galati 3,28).

 

  1. E CON IL PECCATO ORIGINALE COME LA METTIAMO?

In ognuno di  noi vi è il desiderio, l’aspirazione ad essere felici, di godere la vita, di viverla mettendo in atto tutti  i mezzi che portano alla felicità.

Come si spiega, poi, che lo stesso Dio che ci ha fatti per la felicità, esiga da noi, che siamo avvolti dal suo amore, che rinunciamo a raggiungerla in quanto una “macchia originale”, un peccato “originale” ci accompagna fin dalla nascita?

I “teologi” lungo la storia della chiesa, approvati anche dalla gerarchia,  hanno trovato una risposta: il peccato originale commesso dalla prima coppia ! attorno a cui hanno detto di tutto.

Dio avrebbe fatto l’uomo innocente, buono, perfetto, e messo nel “paradiso terrestre”, ma l’uomo ha disobbedito a Dio ed ha peccato. Questa è stata la sua rovina. E questo è avvenuto con i nostri progenitori e, senza che ne abbiamo colpa, ne portiamo le conseguenze. Questo in sintesi semplificata.

Si trattava di spiegare perché nel mondo c’è tanto male, tanta sofferenza. La spiegazione deve stare o in Dio che ha fatto male le cose o nell’uomo che ha abusato della sua libertà?. La soluzione, per non toccare un Dio onnipotente e giusto, fu di incolpare l’uomo per discolpare Dio

La lettura del racconto  di carattere mitico-simbolico di Adamo ed Eva (nel Genesi, capitolo 3), del “paradiso terrestre”, del peccato”originale”, del serpente e dell’intera umanità diventata “massa dannata”  , secondo S. Agostino, la conosciamo come racconto storico.

Agostino infatti disse “Chi peccò fu la natura umana”, di conseguenza siamo formati dalla provvidenza “secondo la terra” come “massa di peccato”. Questa è la natura umana decaduta, il “naturale” oggi per noi.

Tra il Dio di Gesù di Nazareth e queste affermazioni c’è un abisso: sono incompatibili.

Se il racconto del Genesi,3 ha un carattere mitologico-simbolico, non ha senso cercare un’azione storica reale come causa dell’ingresso del male nel mondo.

Le conseguenze del “peccato originale” sarebbero chiare: corruzione, mortalità e indebolimento della libertà, lotta dell’uomo interiore nella scelta tra bene e male, tutto vissuto in una condizione di peccato.

Le conseguenze sono: nasciamo in una condizione di “peccato” senza avere colpa!

Papa Innocenzo III (sec. 12°) arriva a dire “Il nostro corpo corrotto è concepito da un seme corrotto … con cui l’anima si macchia” e si corrompe e dal corpo si trasmette all’anima!

La liturgia “cristianainsiste nel “disprezzo del mondo” e la spiritualità medioevale monastica ha molto di questa linea pessimista dal 15° al 19° secolo.Il libro di spiritualità più diffuso tra i cristiani in questo tempo (che non dovevano leggere la Bibbia: lo proibiva la gerarchia!) “L’imitazione di Cristo” di Tommaso de Kempis dice: “Grande onore, grande gloria è servire il Signore e disprezzare tutte le cose per te”. Implicitamente dice che, per accostarsi al Signore, bisogna disprezzare ciò che è umano: ciò che si relaziona con il corpo, il piacere in concreto, è stato sistematicamente condannato e la felicità umana diventa irraggiungibile .Questo ci spiega come, anche oggi, vi siano persone che si indignano più per storie che hanno  a che fare col sesso che per l’abuso di potere, l’arrivismo, la corruzione di persone influenti  che costringono la povera gente a sopportare più di quanto è umanamente possibile.

Lasciamo quindi a parte la lettura del Genesi come se fosse un libro di storia e diamogli il senso reale che l’analisi storico-critica dei biblisti gli assegna: è un racconto di carattere mitico-simbolico !

Quindi il peccato originale non ha fondamento biblico.

 

Fredo Olivero,san Rocco Torino,2016.5

 

Nb Le riflessioni sono frutto di una sintesi libera del libro di José Maria Castillo “Simboli di libertà ,analisi teologica dei sacramenti, Cittadella editrice,1983.