Marco 10,2-18

L’UOMO NON DIVIDA QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO

 

Protagonisti alcuni farisei: lo tentano, vogliono metterlo alla prova e Marco li individua come “strumenti di Satana”, il tentatore.

Vedono che Gesù prende le distanze dalla legge e vogliono trovare l’occasione per accusarlo e farlo condannare a morte come bestemmiatore (non c‘era libertà di fede).

Gli chiedono, i farisei, una risposta :

E’ lecito o no a un marito ripudiare la propria moglie?” La tradizione religiosa di Mosè lo permetteva.

Gesù prende le distanze e dice “Che cosa vi ha ordinato Mosè?” (non “ci” ha ordinato). La risposta è ovvia perché la tradizione religiosa lo permetteva. Il Dio di Gesù è un Dio-Amore e, quindi, prende  le distanze: voi dite che Mosè ha “permesso di scrivere il ripudio”, ma è per la durezza del vostro cuore, del maschilismo imperante contro il quale non è riuscito a lottare.

Ebbene per Gesù la legge andava interpretata: questa è una tolleranza dovuta ad una cultura dominante, ma non ha valore permanente.

Con questo tipo di interpretazione rischiava molto. E cita il 1° libro la Genesi 1,27 dove è scritto “L’uomo lascerà suo madre e sua madre, si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Significa aver trovato una sicurezza più grande dei propri genitori per costruire un amore incondizionato. Quando avviene si lascia la propria famiglia di origine per diventare una sola realtà.

Allora dividersi non è separarsi, ma, in qualche modo, mutilare l’unità costruita.

I discepoli, in disaccordo, in casa lo interrogano. E Gesù conferma prendendo parte con chi è più debole, vanno difesi i loro diritti. In questo frangente gli presentano dei bambini, dei ragazzini e i discepoli lo rimproverano perché non vogliono che accolga queste persone considerate nullità nella società.

La risposta di Gesù è: lasciateli venire, il Regno di Dio è anche per loro: non fa distinzioni.

Contano anche gli ultimi della società! Anche gli esseri insignificanti economicamente e socialmente che trattate come una nullità :sono i primi nel Regno di Dio.