Marco 6,30-34

 

GESU’ EBBE “COMPASSIONE”: ERANO COME PECORE SENZA PASTORE

 

E’ l’unica volta che Gesù di Nazareth usa in Marco il termine “apostolo”, che non è una carica, ma una funzione che significa “inviato”: quando i discepoli sono inviati sono apostoli.

Questi discepoli “si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato” (v. 30). Gesù li aveva inviati, ma non per insegnare (che significa adoperare categorie dell’Antico Testamento per annunciare il nuovo:questo Gesù se lo riserva per sé).

Predicare è invece annunciare la buona notizia con nuove categorie.

Ma loro non si sono attenuti all’incarico di predicare e, mentre Gesù era stato criticato, guardato con scetticismo, loro avevano molto seguito.

Probabilmente usavano categorie nazionaliste e questo creava entusiasmo.

La linea di annuncio era molto diversa. Scrive Marco “Allora andarono in barca in un luogo deserto, in disparte”. Gesù li vuole separare dalla folla perché hanno creato una falsa attesa, di un messia trionfante, vincitore.

E notiamo “sceso dalla barca” (non i discepoli, lui solo) li tiene distanti dalla folla. “Vide una gran folla ed ebbe ‘compassione’”. Avere compassione è un termine tecnico, sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo Testamento è un sentimento solo di Dio, un’azione di Dio che restituisce la vita a chi non ce l’ha. Gesù ebbe compassione verso quel popolo che non ha vita, perché sono “come pecore senza pastore”. Forse ne avevano anche troppi, ma tutti impegnati a non perdere privilegi, a dominare, non a servire la gente,a far comprendere la buona notizia di Dio.

Allora Gesù prende il ruolo di pastore, si proclama “Pastore di Israele” e si mette ad insegnare molte cose. Vuole consentire alla gente di vivere, fino a farsi alimento utile alla vita.