Matteo 11,25-30

 

IO SONO MITE ED UMILE DI CUORE

 

Dopo il suo lamento sulle città di Galilea che hanno rifiutato il messaggio del Regno perché dominate dalla legge imposta dai capi religiosi, Gesù elogia chi lo ha accolto.

Dice “Ti rendo grazie Padre … perché hai nascosto queste cose ai sapienti ed ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (v. 25).

Non prende posizione contro la cultura, ma contro il “sapere” arrogante, perché con questo tipo di regole, hanno nascosto l’amore di Dio.

Chi è abituato a rapportarsi alla situazione in base a “leggi di dominio” che il gruppo dominante si è fatto per i propri interessi e applica questo metodo alla lettura della parola di Dio, “si dimentica” che il fine della legge di Dio è il bene dell’uomo, impedendo di scoprire il disegno di amore di Dio.

Dio, invece, ha deciso che i semplici, cioè le persone che non fanno difficoltà ad accogliere la parola di Dio perché sono nel bisogno e quindi la possono comprendere meglio, non attraverso queste regole o leggi, ma attraverso l’amore che propone.

Continua “Tutto è stato dato a me da mio Padre, e nessuno conosce il Padre se non il figlio e colui al quale vorrà rivelarlo”. Gesù è stato presentato da Matteo  come “Il Dio con noi”, un Dio non da cercare, ma da accogliere. Ed accogliendo questo Dio, può andare con lui verso gli uomini (e non solo verso Dio) perché oggi sono loro l’unico valore sacro. Togliendo ciò che impedisce di vedere (le leggi di dominio) anche i semplici riconoscono “l’amore” come essenziale regola di vita, di rapporti.

Poi, rivolto a coloro che subiscono e non possono uscirne, agli oppressi, dice “Venite a me e io vi darò ristoro”, cioè vi farò respirare, recuperare il fiato, riposare. Accoglietemi, io sarò il vostro respiro, quello che vi dà fiato. Infatti, non impongo “il giogo pesante” delle regole dei capi, che è impossibile da rispettare, che vuole farvi sentire in colpa perché non le osservate e ricorrete ai sacrifici ed alle offerte al tempio per essere “perdonati”.E questi doni vanno a loro beneficio.

Il mio “giogo” è leggero, imparate da me la mitezza e l’umiltà: anche io, socialmente, sono insignificante, mi metto accanto a voi.

Non cercate le persone importanti a cui appoggiarvi, ma mettetevi a fianco degli ultimi perché è lì che sono io. Orientate così la vostra vita nel servizio, in questo trovate pace e respiro.

Io vi propongo un giogo leggero: le beatitudini per la felicità della vita. Non c’è una regola autoritaria da osservare, ma un amore da accogliere.

Non c’è una dottrina da accettare, ma un persona che ci chiede di accoglierla e comunicare la sua stessa capacità di amore.