Giovanni 9, 1-41

 

“ANDO’, SI LAVO’ E TORNO’ CHE CI VEDEVA”

 

(Questo testo è commentato più ampiamente  nella Lettera n. 19 alla comunità “Il peccato di cui siamo vittime” 2014.2 che vi allego insieme ad una breve riflessione sul testo)

 

Le autorità religiose pretendono di essere “luce del popolo”, ma, in realtà, sono accecate dalla loro “dottrina” che impedisce loro di vedere le azioni di Dio nella storia. E’ questo il messaggio del capitolo 9 di Giovanni.

In questo episodio, Gesù restituisce la vista ad un cieco (dalla nascita) mandandolo a lavarsi nella piscina di Siloè (che significa “l’inviato”) “Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva”.

E’ a questo punto che iniziano i guai per il guarito. Si trova come imputato davanti ai farisei che gli chiedono se, colui che era cieco, è proprio lui o no e come sia stato guarito. Lui conferma “Sono io”. Gesù gli ha restituito dignità , libertà e voglia di vivere, lo ha tolto dall’emarginazione sociale e religiosa a cui la cecità ed il pregiudizio lo avevano costretto.

Era sabato, giorno di festa, ed in quel giorno era proibito anche curare gli ammalati, così come erano proibiti altri 39 lavori e vi erano 1521 precetti da rispettare. Per la gerarchia religiosa ebraica il riposo era il comandamento più importante perché anche Dio lo aveva osservato. Abituati – i farisei – a giudicare tutti con la “legge” in mano, dicono di Gesù “Quest’uomo non viene da Dio perché non osserva il sabato!” La “legge” complicata da loro , è il criterio di giudizio, non è invece il bene dell’uomo. Per ben 7 volte ripetono “Chi ti  ha aperto gli occhi?”, come un ritornello. Gesù, invece, intendere rendere le persone libere, capaci di ragionare secondo i valori accolti, autonome.

Per Gesù di Nazareth “essere da Dio” è scegliere sempre il bene dell’uomo, sicuro di fare anche il bene di Dio.

Lascio il resto del dialogo che ricalca la stessa linea e coinvolge anche i genitori.

Il cieco, in questo brano, dice sostanzialmente: di teologia non mi intendo, ma ero cieco ed ora ci vedo bene e sto bene così.

Ho recuperato la vista, ma soprattutto la mia dignità, sono uscito dalla morte civile.

 

Quando fate delle scelte libere, in coscienza, e qualcuno vi dice: sei in peccato, chiedetegli: chi ti autorizza? Chi ti ha mandato a comandare la mia vita? Ad imporre scelte diverse che ledono la dignità delle persone?

Gesù va a recuperare “fuori del tempio” le persone ed opera  contro ogni sistema di emarginazione, di oppressione. Ci invita a mettere in moto un processo a favore degli uomini e delle donne, dove solo la persona  sia al centro.

Gli obblighi nei confronti di Dio sono importanti, ma non più dei doveri verso gli uomini.

 

Il Dio di Gesù di Nazareth si è fatto uomo, è venuto ad alleviare le sofferenze umane. Ed è questo che chiede a noi, in qualsiasi posizione ci troviamo.