Mt. 5,1-12

LE BEATITUDINI, STRADA PER LA FELICITA’ DELLA VITA: NUOVA MORALE EVANGELICA

Quando il “Regno di Dio” (la proposta che Gesù ci fa di valori diversi che cambiano la testa delle persone e la realtà in cui vivono oggi) diventa realtà?

Con la realizzazione della Proposta (non dei 10 comandamenti) di Dio, fatta da Cristo cioè le Beatitudini, la strada per essere felici (beati).

Intanto Gesù si rivolge alle folle (a tutti, senza distinzione) e presenta un Dio che ha a cuore la felicità degli uomini.

Sale sul monte (un monte conosciuto,il Sinai dove Dio ha concesso la sua “alleanza”ad Abramo e ora  quella nuova attraverso Cristo , tra Padre e figli). Alleanza, accordo che ha alla base l’amore-dono del Padre (non l’amore-premio) e, quindi, il credente diventa colui che accoglie l’amore che Dio gli regala e lo mette in pratica nei suoi rapporti con gli altri (un amore che tutti possono ricevere).

Si siede(come i maestri): è con i  discepoli, li invita vicino e propone le Beatitudini (o i consigli per raggiungere  la felicità).

Sono 8 in Matteo (ottavo infatti è il giorno dopo il sabato, della risurrezione):sono le proposte dopo la Risurrezione.

Beati i poveri per lo spirito: quelli che vogliono liberamente e per amore vivere la condizione di povertà. E’ la scelta responsabile della felicità delle persone, una vita che sceglie l’essenziale, la “sobrietà felice”.

E questo lo fanno non per aggiungersi ai poveri, ma per abbassare il nostro livello di “consumismo”, perché in questo modo innalziamo quello di chi è troppo basso. Beati quelli che, liberamente, per amore, si sentono responsabili della felicità, del benessere degli altri: sono felici ora (non saranno felici!) perché hanno la gioia della condivisione, sanno stare accanto, sanno servire,perché Dio si prende cura di loro. Dice Gesù sostanzialmente “Se vi occupate degli altri, Dio si occupa di voi”, del vostro benessere e voi rendete concreta la proposta di Dio.

“Vivete semplicemente perché tanti altri semplicemente vivano!”,è forse la traduzione più adeguata  fatta da Ghandi.

Poi Matteo presenta possibili conseguenze positive per i casi di sofferenza nel “mondo” (nella società),di superamento di situazioni negative con 3 dichiarazioni.

–         Beati gli afflitti perché saranno consolati. La beatitudine è nell’essere consolati (non nell’essere tristi, afflitti). Quando vi è una comunità (o una persona) che si prende cura delle persone oppresse (dalla situazione sociale, economica, religiosa) che gridano il loro dolore, cerca di tagliare alla radice (“consola”) la causa della sofferenza (non conforta lasciando le cose come sono), quindi si prende cura di chi è oppresso, schiacciato perché abbia fine la sua afflizione e  trovi condizioni di vita “vivibili”.

–         Beati i miti: erediteranno la terra.  Fortunati i diseredati (“gli umiliati”), quelli a cui , con il possesso della terra, è stata tolta la dignità, perché grazie alla comunità riscopriranno una tale dignità mai conosciuta. La terra era la garanzia  (allora) di essere rispettati, di non dover elemosinare o esser ridotti in schiavitù.

–         Beati gli affamati ed assetati di giustizia perché, grazie all’accoglienza della proposta di essere gli uni al servizio degli altri, saranno pienamente saziati: non esisterà più alcuna forma di sopraffazione.

Poi Gesù passa ad esaminare gli effetti nell’individuo che accoglie le beatitudini:le proposte che contengono possono cambiarlo.

Matteo propone  altre 4 beatitudini;le prime 3 riguardano l’atteggiamento positivo verso l’altro.

–         Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia. Traduco: felici quelle persone che sono sempre disponibili ad aiutare (ne hanno fatto una scelta di vita), trovandosi nel bisogno saranno sempre aiutati! “Dio non si farà vincere in generosità”

–         Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Beati quelli che hanno la coscienza (il cuore, in ebraico), la persona trasparente, che ha rinunciato ad “essere sopra” gli altri, che ha sulla lingua quello che ha nel cuore, perché faranno un’esperienza profonda di Dio nella propria vita. Es. proviamo a mettere in pratica il perdono di chi mi ha fatto del male, poi a fargli anche del bene (es. parlare positivo), la nostra percezione di Dio diventa diversa. Solo Dio mi  propone di passare oltre il perdono

–         Beati i costruttori di pace (di shalom) perché saranno chiamati figli di Dio.

Pace è pace, salute, lavoro …. quanto tocca il benessere, la felicità della persona.

Tradurrei: fortunati i pacificatori (disposti ad affrontare i conflitti), quelli che lavorano per la felicità degli altri (e fanno lo stesso lavoro di Dio). Dio vuole gli uomini e le donne felici! Non è il Dio del giudizio, della punizione, della tortura eterna(inferno). Chi ha creato l’Inferno? Questi lavorano per gli stessi obiettivi di Dio e Dio li riconosce suoi figli.

–         Poi una provocazione, forse una constatazione, Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli”. Se farete queste scelte non sarete applauditi, ma perseguitati, anzi ci sarà un momento – dirà Giovanni – che chi vi ammazza penserà di fare bene. Dentro la struttura religiosa e civile ci saranno problemi per voi , sarete osteggiati da chi non condivide queste scelte di vita. Questo vi porterà ad esperienze nuove, diverse. Per fedeltà ai valori delle beatitudini sarete anche perseguitati, ma Dio sta sempre dalla vostra parte (nella realtà dove lavorate e, magari, nella chiesa che incontrate).

Le Beatitudini sono, dunque, una proposta di vita, un invito alla felicità piena, un inno dell’ottimismo di Dio per gli uomini e le donne:“potete essere pienamente felici, Dio vi vuole così”.Sono la nuova proposta morale.

Gesù non ha scelto la strada che sale a Dio, ma quella che scende per incontrare uomini e donne, facendosi completamente uomo. Non ci chiede di essere “santi” (separati), ma misericordiosi, compassionevoli (capaci di condividere). Questa è la “santità” proposta da Cristo: più diventiamo umani, più scopriamo il divino in noi.

Lo Spirito di Dio (la sua forza) viene quando noi abbracciamo gli altri (quando siamo provvidenza concreta per gli altri), non quando alziamo le braccia e ci separiamo dalla realtà per salire a Dio.