PERCHE’ CREDERE NEL DIO DI GESU’ CRISTO

L’offerta religiosa oggi è molto ampia: dalle religioni tradizionali alle nuove mode religiose dell’oriente, alla proposta di sette e finanziarie religiose stravaganti, pronte a rassicurarci dalle paure. E tutte garantiscono che, con l’osservanza dei loro precetti, raggiungiamo la salvezza. Ognuna dichiara di essere vera, l’unica “vera”.

Tutte, nei loro aspetti basilari, hanno almeno tre cardini spirituali: preghiera, elemosina e digiuno. E propongono di obbligare gli “infedeli”, non credenti, credenti di altre religioni, a rispettare i “precetti” dichiarati in nome di Dio (qualunque sia il nome).

 

Chiediamoci: in questo panorama, che cosa porta Gesù di nuovo?

Che cosa insegna, oltre la legge, nei libri sacri?

Il concetto di Dio Padre non è una novità e resta; Omero dice Zeus “padre degli umani”, il nostro Dio, e così Tobia dice “Il Signore è il nostro Padre”.

La salvezza era ed è promessa da tutti; infatti diceva Mosè “Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti”.

 

Le novità di Cristo per cui sceglierlo?

Gesù ha allargato l’amore come rapporto dal clan familiare a tutti, senza barriere.

In passato, per 15 secoli (ed ancora in alcuni periodi non lontani) Cristo non si sceglieva, ma si imponeva! E fu un Concilio, quello di Firenze (+ 1442) a dichiarare “extra ecclesiam nulla salus” (fuori dalla chiesa cattolica, nessuna salvezza!)

La fonte di questo errore (o scelta) della religione-potere è la traduzione del testo evangelico di Giovanni 10,11-16 dove Gesù con i farisei diceva “E ho altre pecore che non sono di questo ovile. Anch’essere devo guidare: ascolteranno la mia voce e saranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv. 10,16). Il traduttore greco (forse Girolamo) confonde ovile (aulès) con gregge (poimné) e traduce “saranno un solo ovile, un solo pastore”. Ma non era così, infatti Giovanni diceva che era finita l’epoca dei recinti e Cristo liberava le pecore dall’ovile per farne un solo gregge (non voleva rinchiuderle in un nuovo ovile: la chiesa cattolica).

La chiesa cattolica auto dichiarandosi come “unico” e definitivo ovile disse nel concilio di Firenze “Nessuno, fuori della chiesa cattolica, parteciperà alla vita eterna, ma andrà nell’inferno!” (+ 1442). Così considerò dannati tutti i cristiani non cattolici, gli ebrei, i musulmani e i tre quarti dell’umanità!

Con il ritorno alla traduzione originale del Nuovo Testamento si giunge, con il Concilio Vaticano II nel 1964 ,a dichiarare “Cristo vuole che tutti gli uomini siano salvi “(1 Tim. 2,4). Infatti tutti quelli che senza colpa ignorano il vangelo, …. cercano sinceramente Dio, …. possono conseguire la salvezza eterna” (Lumen gentium , 16). La salvezza ora esiste per tutti!anche se di altre fedi.

Perché scegliere Cristo?

Se non è l’unico cammino di salvezza, perché scegliere Cristo e il Dio proposto da Cristo?

Fino al Concilio Vaticano II si era obbligati ad essere cristiani-cattolici in Italia ed in altri paesi occidentali,in altri paesi orientali ortodossi ma ora non è più necessario: è possibile salvarsi in un’altra esperienza religiosa.

Se tutte le religioni conducono a Dio , perché scegliere quella di Cristo e non di Mosè, Maometto, Budda, Confucio…?

Per fare questa scelta dobbiamo sapere “chi è Gesù” e conoscere il suo messaggio: che cosa è stato per i contemporanei, che cosa può essere per noi.

 

Gesù era un uomo “pericoloso”. Così ce lo presentano le fonti evangeliche e gli scritti del Nuovo Testamento: per i contemporanei fu un uomo pericoloso. Ha coagulato contro di sé persone ed istituzioni rivali, del suo popolo, gruppi religiosi e persino membri della famiglia che lo ritenevano “pazzo”. Giovanni dice (1,11) “venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto”.

Esaminiamo i singoli vangeli.

Matteo: anticipa i tentativi di eliminarlo fin dalla nascita, infatti Erode stermina “tutti i bambini del territorio di Betlemme da 2 anni in giù” (Mt. 2,16).

Luca: Gesù, quando parla nella sinagoga di Nazaret, suscita “furore”: si alzano, lo cacciano fuori dalla città fin sul ciglio del monte per gettarlo dal precipizio (Lc. 4,28-29).

Giovanni: dopo la guarigione del malato alla piscina di Betzaeta “cercavano i giudei ancor più di ucciderlo perché violava il sabato …. chiamava Dio Padre e si faceva uguale a Dio” (Gv. 5,18).

Gesù proponeva che ogni uomo diventasse figlio di Dio.

 

Quali “colpe” lo fanno ritenere pericoloso?

Quando viene catturato (Gv. 18,3.12) vengono impiegate le guardie di una coorte (“speira” in greco) un distaccamento (tra 600 e 1.000 soldati) guidati dai Romani  e 200 erano a servizio del tempio. Tra i due corpi militari c’era odio e rivalsa, qui però si alleano di fronte ad un “pericolo comune”.

Come mai tanto impiego di forze? Nel mondo giudaico i testi che parlano di Gesù ,lo definiscono “bastardo di una adultera” (Yeb. M. 3,14) ,giustiziato perché aveva sedotto Israele (Sanh. B. 434 a). Nei vangeli gli stessi familiari hanno poca considerazione “Neppure i suoi fratelli credevano in lui” (Gv. 7,5), per loro era un matto da togliere dalla circolazione, disonore della famiglia, “è fuori di testa” (Mt. 3,21).

Giudizio confermato dall’autorità religiosa “Ha un demonio, è fuori di sé, perché state ad ascoltarlo?” (Gv. 8,52; Mc. 9,30). Per i teologi ufficiali è un bestemmiatore (Mt. 9,3), scaccia i demoni grazie a Belzebul (Mc. 3,22).

Dai capi è ritenuto “un impostore” (Mt. 27,63), per molti del popolo: inganna la gente (G. 7,13), dai compatrioti “motivo di scandalo”.

E Gesù dirà “Un profeta non è disprezzato se non dalla sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua” (Mc. 6,4).

Nessuno dei contemporanei – tranne alcuni discepoli – è riuscito a capirlo: la novità che porta è fuori dalla comprensione, con i loro vecchi criteri personali, religiosi e tradizionali. Tutt’al più ne fanno un profeta del passato: Elia, Geremia, Giovanni Battista (Mt. 16,15).

E’ anche diverso dal “giustiziere” di Giovanni Battista che gli chiede “Sei tu che deve venire o ne aspettiamo un altro?”

Alcune riflessioni e  risposte.

Gesù uomo solo.

Nei vangeli viene in risalto la sua solitudine “I suoi non l’hanno accolto” (Gv. 1,11). Persino i discepoli, molti, conosciuto il programma, l’hanno abbandonato (Gv. 6,66) e poi ci sono “alcuni che non credono” (Gv. 6,64).

I capi del popolo ne approfittano vedendo in lui il pericolo pubblico:il mondo gli è andato dietro! (Gv. 12,9) e avevano paura della folla che lo considerava un profeta (Gv. 12,9). La nazione, i capi religiosi lo consegnano a Pilato: fallimento totale!

Poi tra i religiosi alcuni parlano di un ghiottone, un bevitore, amico della feccia della società, anche dei maledetti da Dio (ciechi, lebbrosi, prostitute) (Gv. 7,49).

Questo astio si può riassumere così:

–          rifiutato dalla famiglia, abbandonato da molti discepoli

–          deriso dalle autorità religiose, preso in giro dai Romani

–          condannato a morte come i maledetti da Dio ,in croce (Gal. 3,13).

Gesù non è come Dio,ma  è Dio che assomiglia,viene detto  da Gesù.

Era un carpentiere di Nazareth, definito “figlio di Dio”, in quanto espressione di Dio in forma umana, e figlio dell’uomo, espressione dell’uomo nel pieno della condizione divina”.

Di quale Dio?

Gv. 1,18 “Dio nessuno l’ha mai visto; l’unigenito che è nel seno del Padre è lui che ce lo ha rivelato”.

Per Giovanni le visioni di Dio attribuite a Davide, Aronne, Abiu … sono relative. Solo Gesù può rivelare e far conoscere chi è Dio. Gesù è (Col. 1,15) “immagine del Dio invisibile” e ce lo spiega.

 

Il punto da cui partire ora è Gesù, non Dio: solo in lui conosciamo la persona vera del Padre. Continuando nella conoscenza di Gesù possiamo capire il Padre :è quello che chiede Filippo “mostraci il Padre” (Gv. 14,8) e Gesù dirà “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (14,9).

Non Gesù è uguale a Dio, ma Dio è uguale e si rivela in Gesù. E’ questa l’idea di Dio che dobbiamo avere: se è in contrasto va ripensata .La proposta di Gesù è questa.

 

La garanzia di questo sono i fatti: Gesù restituisce la vita agli uomini, dà loro dignità, libertà.

Propone una figura di Dio diversa, sconosciuta, che non c’era, che segna il passaggio dalla religione (quello che l’uomo deve fare per Dio) alla fede (quello che il Dio di Gesù fa per l’uomo).

Ne risulta un Dio completamente nuovo, che ora cerchiamo di capire.

 

Si passa dalla legge di Dio all’amore del Padre con una nuova alleanza (nuovo patto): dall’ubbidire alla legge ad una proposta che è forza interiore all’uomo, una legge che è nel suo cuore.

Cambiano le relazioni tra uomini e Padre: Dio “non governa” gli uomini con comandamenti, ma comunicando loro la sua stessa capacità di amare (amore diventa fatto interno all’uomo).

Ora la relazione uomo-Dio cambia “Grazia e verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv. 1,17). E’ finita la stagione dei servi di Dio (Ap. 15,3) come al tempo di Mosè. Inizia una nuova relazione figli-Padre “Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi” (Gv. 15,9). Quindi si basa sulla somiglianza all’amore del Padre.

Si passa da “siate santi” (Levitico 20,7) a “siate misericordiosi” (Lc. 6,36). L’immagine nuova di Dio è:

Dio a servizio degli uomini. Dio non assorbe l’uomo, ma lo potenzia, non chiede, ma dà, non esclude, ma accoglie, non castiga, ma perdona,condona,dimentica.

 

Un Dio a servizio degli uomini!

 

Le religioni fanno sempre di Dio un sovrano esigente che chiede continuamente. Il Dio di Gesù si comporta come servo degli uomini. “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mc. 10,45). Il servizio è l’azione che svela l’identità di Gesù “Sto in mezzo a voi come uno che serve” (Lc. 22,27).

Con un paragone parlerà del padrone che torna dal viaggio, fa mettere i servi a tavola e passa a servirli (Lc. 12,37). Il Signore fa il lavoro dei servi, perché i servi si sentano Signori e raggiungano la sua condizioni “divina”: esser figli dello stesso Padre.

 

Sintetizzando e approfondendo.

Il Dio di Gesù: Non assorbe, ma potenzia.

Gv. 14,23 “Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre lo amerà …. e faremo casa presso di Lui”. L’uomo diventa l’unico santuario di Dio e lo ripete “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Cor. 3,16).

Non chiede, ma offre.

Nel racconto della Samaritana (Gv. 4,19-20) Gesù manifesta la novità del rapporto con Dio: l’uomo/la donna non deve offrire nulla, ma accogliere un Dio che si offre all’uomo! E, quindi, dobbiamo scegliere “un amore fedele agli uomini” che ci garantisca che abbiamo capito la sua proposta.

Il Dio di Gesù non toglie pane, risorse agli uomini, ma si fa pane per comunicare la vita alla comunità e dirà “Questo è il mio corpo” (Mt. 26,26). Il culto a Dio, quindi, è la stessa vita vissuta a favore del bene degli altri. Crescendo nell’amore sappiamo realizzare il progetto di Dio.

Non esclude, ma accoglie.

“Fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt. 5,45). Nessuno, quindi, per la sua condotta morale o religiosa può sentirsi escluso dall’amore del Padre.

Dio non guarda i meriti, ma i bisogni, le necessità delle persone; va, anzi, in cerca degli esclusi dalla società per avvolgerli nel suo amore. E’ “Dio con Noi” (Mt. 1,23) ed invita gli esclusi a seguirlo.

Attenzione:questo atteggiamento è in contrasto con l’elemosina ,l’offerta di denaro o cose simili.dall’alto al basso!

Non è venuto a giudicare il mondo, ma a salvarlo (Gv. 3,17).

Il suo amore non è limitato al clan familiare, ad un popolo, ad una religione, ad una chiesa, ma “è venuto a salvare quanti si considerano perduti” (Mc. 2,17).

Non tollera che, nel suo nome, si possano discriminare persone: per questo accoglie impuri, “maledetti” da Dio, classi emarginate in nome di Dio!

Il Dio di Gesù considera la discriminazione un sacrilegio perché il suo amore precede ogni accoglienza!

 

Non castiga, ma perdona.

Dice l’Antico Testamento “L’altissimo odia il peccatore” (Siracide 12,6). Il Dio di Gesù vede le cose in modo diverso: non li allontana, non minaccia, rifiuta l’idea di un peccatore contaminato, impuro.

Il perdono di Dio viene concesso prima del pentimento del peccatore. Dio dimostra il suo amore per noi perché, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5,8).

Infatti è l’accoglienza del Signore che lo rende puro (non il rito di purificazione,di perdono).

Il pane di Cristo (eucarestia) è un dono, non un premio, dipende dalla generosità di Dio, non dalla nostra situazione.

E la buona notizia(vangelo) è questa: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi,e io vi darò ristoro”  (Mt. 11,28).

 

Fredo Olivero  Torino 2013.7