Marco 1,29-39

GESU’ GUARI’ MOLTI

Per capire la portata di questo brano dobbiamo inserirlo nel contesto del sabato, giorno nel quale la legge (dei religiosi) indicava 39 lavori proibiti, ognuno diviso in tante attività: 1521 in tutto, tra cui “la proibizione di far visita e curare i malati”, quindi Gesù di Nazareth fa un gesto proibito dalle regole degli scribi (teologi ufficiali).

Escono Gesù e i discepoli dalla sinagoga dove è entrato ad “insegnare”, si imbatte  con un malato psichico e va alla casa di “Simone ed Andrea” (che, naturalmente, non erano alla sinagoga a pregare) accompagnati da Giacomo e Giovanni (che erano dove lui insegnava).

La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlano di lei”. Le donne sono considerate una nullità, poi ammalate sono considerate impure. Eppure, subito, Gesù le dà la mano, la solleva, la fa alzare. La febbre la lascia e si mette a servire: è in piena forma.

La prima regola che Gesù di Nazareth utilizza: il criterio che il suo gesto serve, anzitutto, a fare il bene della persona (uomo o donna). Fare il bene di qualcuno ci rende sicuri di amare Dio.

La seconda linea proposta è il “servizio”(diaconìa): mettere liberamente a disposizione il nostro tempo di vita, le nostre capacità. Qui nel testo si usa lo stesso termine, si equipara il ruolo di servizio della donna con quello degli angeli dopo il digiuno nel deserto, come dire “sono le più vicine a Dio” anche se voi le considerate poco.

“Venuta la sera dopo il tramonto del sole gli portarono i malati”, esattamente “gli oppressi”, attendono, cioè, che finisca il sabato (la festa comincia e finisce al tramonto, come il digiuno legale del ramadan) per non avere reazioni da parte degli uomini della legge. Si tratta di persone oppresse per le quali gli chiedono di cacciare i demoni. Lui fa capire che deve “liberarle dalle ideologie religiose” che li rendono refrattari alla buona notizia, ad una fede liberante.

Ma rifiuta di essere considerato il messia liberatore politico, cioè di potere, di successo, di dominio.

Ed allora “al mattino presto si alzò, quando era buio, e uscito si ritirò in luogo deserto a pregare”. Questa è la prima delle tre volte che Gesù, in Marco, si ritira a pregare, sempre quando è in difficoltà o in pericolo.

“Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce”. Usa lo stesso verbo dell’Esodo, quando il faraone si mette sulle tracce di Mosè per fermare il popolo.

E gli dicono “Tutti ti cercano”. E dice loro “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche lì”. Gesù, che nella sinagoga insegna, qui predica (propone senza rifarsi all’Antico Testamento).

Uscito da Cafarnao, va in tutta la Galilea cacciando i demoni, predica nella sinagoghe, poi caccia i demoni quasi fossero annidati dentro i luoghi di culto.

Per lui era l’istituzione religiosa che “indemoniava” le persone presentando un’immagine di Dio deviata da quella di Padre amorevole, che lui, invece, propone.