Il 18/02/2022 18:55, Enrico Peyretti ha scritto:

Credo che il pensiero ecclesiologico di Roberto Repole si possa cogliere bene nel suo saggio “Per una Chiesa a misura di Vangelo. L’ecclesiologia  nel magistero di papa Francesco”, incluso (pp. 69-126) nel volume Papa Francesco, quale teologia?, Cittadella 2016. Forse bastano ora i titoli dei paragrafi a dare l’idea del suo pensiero, che segue e commenta la Evangelii Gaudium nel suo grande valore evangelico, anche come ripresa e sviluppo della svolta conciliare.

1- Il centro della Chiesa non è la Chiesa ma Cristo. 1.1 – Il Vangelo della misericordia: per una Chiesa evangelizzata. 1.2 – Misericordia e povertà come forma Ecclesiae: una Chiesa povera e per i poveri.  2 – Il popolo di Dio visto dal Concilio come realtà ecclesiale centrale e aperta all’umanità tutta.  2.1 – Il popolo nei popoli :il popolo cristiano è “attraversato dalle pluralità delle culture e dei popoli in cui esiste”.  2.2 – Sensus fidei fidelium e pietà popolare: una proposta per tutta la Chiesa? C’è una infallibilità in credendo sulla quale si radica quella in docendo. 3 – Chiesa in uscita missionaria. Per una recezione in contesto secolarizzato. Il Concilio ha rappresentato una lettura della Chiesa alla luce della cultura contemporanea.  3.1 – Missione e conversione pastorale: non c’è più il contesto della cristianità stabilita: nella società secolarizzata, interrotta la tradizione, la Chiesa deve presentarsi in comunità popolari di fraternità .  3.2 – Il protagonismo dei laici: è l’ora dei laici, nella pari dignità di tutti i cristiani.  3.3 – Annuncio del Vangelo: tra cultura e persona. Il vangelo si presenta essenzialmente nella vita delle persone, animate da consapevolezza evangelica.  3.4 – Annuncio del Vangelo e relativismo pratico: per una Chiesa profetica. La Chiesa non può annunciare il Vangelo della misericordia senza denunciare gli idoli del potere.  4 – Verso una riforma delle strutture.  4.1 – Sinodalità e communio ecclesiarum. La sinodalità è dimensione costitutiva della Chiesa. Il suo primo livello locale sono gli organi di partecipazione.  4.2 – Collegialità intermedia.  4.3 – Papato e sinodo dei vescovi. Anche il ministero petrino è soggetto a riforma. Ciò ha grande valenza ecumenica.  5 – Per una recezione in prospettiva. Gli organismi di partecipazione non sono deliberativi in materia di fede, ma sì dove contano i carismi dei laici. Che ci sia partecipazione attiva e reale delle chiese locali nella elezione del proprio vescovo. Legame del vescovo col presbiterio locale. Collegialità effettiva nelle conferenze episcopali e nel sinodo dei vescovi. Non vada sui media un’immagine della Chiesa centrata solo sulla figura del leader, spesso sul solo papa.