LA NOSTRA SOCIETÀ HA ANCORA BISOGNO DELLA FAMIGLIA? Il caso Italia
* Approfitto di una riflessione alla mia associazione “spazio genitori “ per proporvi una riflessioni sui 20 anni di incontri quotidiani con le famiglie fragili
Estesa, ricostituita, allargata, di fatto, unipersonale, convivente, non convivente… Le forme di famiglia di cui oggi si censisce, e non solo da un punto di vista statistico, l’esistenza sono davvero tante e in continua variazione. La famiglia cambia pelle …, e questo suo trasformarsi, si dice da più parti, è segno di vitalità, di capacità di risposta ai mutamenti della società. Siamo proprio sicuri che sia così?
Roberto Volpi, statistico attento a far dialogare i dati con la vita e i comportamenti sociali del nostro Paese, in “La nostra società ha ancora bisogno della famiglia?” (Vita e Pensiero editore) sfata questo e altri miti mostrandoci una realtà ben diversa con la quale fare i conti. La famiglia nella sua modalità “tradizionale”, fondata sulla coppia unita in matrimonio e aperta ai figli, ha svolto un ruolo fondamentale nel risollevare le sorti dell’Italia appena uscita dalla Seconda guerra mondiale e ha goduto di ottima salute fino a metà degli anni Settanta, poi la sua traiettoria vitale ha preso un’altra strada, fino alla situazione di oggi, caratterizzata da una perdita di prestigio che si misura in numeri di matrimoni e di figli mai così bassi nella storia d’Italia. Le cause di questo scivolamento, peraltro condiviso con gli altri Paesi occidentali, sono tante, ma il vero punto della polverizzazione della famiglia in forme sempre più contingenti e provvisorie è culturale, e trova la sua origine nella transizione in atto nell’Occidente post-moderno da un tipo di società i cui assetti economico-produttivi necessitavano di una forte famiglia di tipo tradizionale a una società che cerca invece nell’individuo la sua forma base.
Nella sua disamina dello stato di salute della famiglia contemporanea l’autore non scopre certo malattie nuove, ma ne individua le cause in maniera non scontata. A cominciare dalla crisi economica, che per Volpi è un fattore aggravante ma non scatenante. Se ci sposiamo a trent’anni abbondanti, se facciamo figli quando la natura sarebbe meno propensa a permettercelo, se i nostri bambini sono figli unici, se le nostre case sono una tana sempre meno affollata invece che il punto di partenza per essere creativi nel mondo, non è solo perché la disoccupazione galoppa e le tasse ci tolgono il fiato. Se accade tutto questo, sostiene l’autore, è perché da tempo la famiglia ha smesso di essere un fattore del nostro successo, anche come paese, per rimanere un peso, una palla al piede, un ostacolo alla realizzazione personale dei suoi componenti. Roberto Volpi Editore: Vita e Pensiero Anno: 2014
Il nostro compito come SPAZIO GENITORI onlus è stato quello di monitorare il cambiamento ,unire insieme 6 associazioni di volontaria per il lavoro congiunto sul territorio con la Città di Torino e l’ufficio famiglia della diocesi
Già 16 anni fa in un convegno molto atteso a Leumann:”Separati da chi ?” “ ponevamo i problemi oggi sollevati dall’AMORIS LAETITIA” di papa Francesco
Riporto il mio breve intervento in ben altri tempi(16.11.2002) alla presenza del vescovo Poletto e dell’Ufficio famiglia della diocesi di fronte ad almeno 400 persone interessate fragili: ,divorziate ,separate ,divise risposate “Questo Convegno, organizzato dall’Ufficio per la pastorale della famiglia” (Diocesi) e dall’Associazione Spazio Genitori, ha il compito di mettere in evidenza un fatto reale: le nostre comunità si incontrano ogni giorno con persone che – secondo i canoni ufficiali – sono irregolari (separati, divorziati, conviventi, risposati) ed una parte frequenta la comunità di fede.
Da un’indagine svolta nel 2000 dal gruppo Spazio Genitori è emerso che – negli ultimi 5 anni – il numero di persone che chiede il battesimo dei figli ed è in questa situazione è almeno un20Yo stabile.
La chiesa ha dato messaggi di vita, di speranza a queste persone che sono parte viva del popolo di Dio? Certo, quel che va evidenziato è che non sono separati da Dio, che restano oggetto dell’amore di Dio che li ama più di prima, quindi hanno un futuro nel Regno di Dio, ma dobbiamo garantirlo anche oggi nella Chiesa. Noi siamo in grado di garantire un presente dignitoso, umanamente valido, non discriminante e di dare l’attenzione giusta, imparando da Cristo che ama i deboli, i poveri, quelli che nella società sono gli sconfitti e di loro (dei poveri di varie categorie) vuol fare i pilastri del Suo Regno? E questo ci interpella: è giusto che nella Chiesa-comunità il loro spazio sia più ristretto? se i sacramenti sono un sostegno essenziale alla vita del credente, perché chi è in situazione più difficile (vedi divorziati, risposati, sposati civilmente) deve essere privato del dono dell’Eucarestia?”
Che cosa è cambiato da allora? La chiesa locale ,il vescovo ,ha preso le distanza e metà della gente se n’e andata dal convegno e non solo:ha creato un solco tra chiesa cattolica e coppie fragili) non più ricucito
Solo l’arrivo di papa Francesco ha sollevato gli stessi problemi che si sono silenziati per molti anni salvo vedere la prassi delle comunità che ormai si era sbrindellata La situazione recente a Torino:pochi dati di orientamento 2016-2017 (1)aggiungo alcuni dati 2017 del comune di Torino in sintesi raccolti dallo stato civile della città di Torino. Matrimoni 2017 i matrimoni civili e religioso sono letteralmente carollati da 1866 a 1620 ,meno 250 Quelli religiosi 579 quelli civili 1041 (quasi il doppio) Aumentano i matrimoni misti 193Unioni civili(persone dello stesso sesso )155 copie,107 uomini,48 donne
Oggi ci troviamo a ricuperare perché l’AMORIS LAETIZIA e il sinodo sulla famiglia hanno stravolto la morale cattolica famigliare.
La realtà parrocchiale è molto cambiata ma è cambiato il linguaggio delle persone e attendiamo che cambi anche la cultura con cui sui affronta la situazione? .Torniamo ad approfondire il Vangelo e a leggerlo con l’occhio di Cristo che ci da la BUONA NOTIZIA: Dio è solo buono e non smette di amarci!
Possiamo essere ancora stimolo come associazione spazio genitori ma certamente dobbiamo essere accolti dalle unità pastorali e dalle parrocchie .
Fredo Olivero