Il Vangelo di Luca , l’evangelista dei peccatori, dei poveri, delle donne e in generale  degli esclusi

 

Luca ci vuole illustrare il messaggio di Gesù (Lc 1,3-4: “così ho deciso anch’io … di scriverne,… perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”.), ma anche mostrare la difficoltà che le comunità, affette da debolezze, dubbi e tentazioni, hanno avuto nella sua comprensione, applicazione e trasmissione.

Misericordia, Parola e Servizio, sono i basamenti del vivere cristiano e caratteristiche fondamentali del Vangelo e degli Atti Apostoli proposti da Luca.

 

1.La missione di Gesù

(Lc4,18, Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione) è,secondo Luca, portare la buona notizia agli ultimi, alle categorie tenute ai margini dalla religione ufficiale  ed esemplificate dalle donne, dai poveri ,dagli esclusi e dai peccatori (Lc 4,18 . mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio).

La loro liberazione può avvenire solo attraverso la misericordia (Lc 4,18 per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi,… ) dando compimento alla vita (Lc 4,21 “Oggi si è adempiuta questa Scrittura …”). Il popolo, che si aspettava un liberatore dai peccatori e dai nemici (Is 61,2 …, un giorno di vendetta per il nostro Dio), si ritrova un Messia venuto a salvare tutta l’umanità (Lc 2,11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore), dalla religione che sfrutta il peccato e impone gioghi alle persone (Lc 4,19 e predicare un anno di grazia del Signore) andando, quindi, contro ogni sua aspettativa (Lc 4,29 ),lo cacciarono fuori della città.

Quest’annuncio di libertà e di pace (Lc 2,14 “… pace in terra agli uomini che egli ama”), terza annunciazione dopo quella a Maria e Zaccaria, non può che rivolgersi, per primi, a coloro che più ne sentono il desiderio, gli esclusi della società perché considerati peccatori. Tutto ciò che concorre al bene dell’uomo, è la maggiore aspirazione di un Dio che  offre a tutti il suo amore, senza imposizioni (Lc 2,10 “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia,…). Sacerdoti e tempio, si  sono fatti intermediari esclusivi per comunicare con un Dio che ha posto il culto  lontanissimo dall’uomo, ma che, con la rivelazione ai pastori si rende alla portata di tutti . Questa gratuità della chiamata, non premio ma dono, scandalizza e rende il messaggio” intollerabile” a chi ostacola la comunicazione diretta fra uomo e Dio. Mentre la religione, attraverso l’osservanza di pratiche e regole, cerca di portare l’uomo verso un Dio irraggiungibile, di fatto separando l’uomo dai suoi simili (Lev 19,2 ” Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo.)Gesù, al contrario, porta Dio verso l’uomo, cambiandone completamente la percezione ( Lc 6,36 Siate misericordiosi, com’è misericordioso il Padre vostro). Separati dagli uomini per l’assoluta osservanza delle regole, i dottori della legge, gli scribi e i farisei, sono radicati alla tradizione (Lc 5,17 … Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio …) e, opponendo resistenza alla novità, determinano la paralisi dello  sviluppo umano (Lc 5,18 … Ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico). Liberato il cuore dell’uomo, la guarigione non è solo fisica, ma anche morale (Lc 5,20 Veduta la loro fede, disse: “Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi“…).

Gesù, Dio nella condizione umana ma anche uomo nella sua condizione divina, perdona a prescindere dalle azioni di penitenza che possono essere messe in pratica.

(Lc 5,24 … il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico … alzati, …”) non cancellando il peccato (il male fatto da uomo a uomo rimane), ma eliminando il debito dell’uomo verso Dio,togliendo la cappa che lo separa secondo la religione ufficiale  e facendo vacillare, così, il sistema che consente di ottenere vantaggi e privilegi. Il regno di Dio, che si realizza diffondendo l’amore e separando così l’uomo da tutto ciò che gli nuoce, attrae gli ultimi della società ma provoca lo scandalo dei signori di quella legge (Lc 5,21 “Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?”…) che separa l’uomo dall’uomo. La presunzione di essere nel giusto, attraverso la mera osservanza della legge, crea disprezzo e separazione  Due atteggiamenti opposti:

O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini”) e non lascia spazio alla misericordia (Lc 18,13 … O Dio, abbi pietà di me peccatore), né permette di capire che si è graditi a Dio, non per i propri meriti ma, per la capacità d’amare (Lc 18,14 “… chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia, sarà esaltato”).

Anche la ricchezza è ostacolo alla la crescita morale e spirituale della persona (Lc 19,2 Ed ecco un uomo … ricco, e piccolo di statura.) e per questo Gesù invita a disfarsi dai privilegi e a dedicarsi all’accoglienza (Lc 19, “…, scendi subito, … oggi devo fermarmi a casa tua”.), preferendo il rapporto uomo verso uomo. Non ci sono ostacoli che possono impedire al messaggio di arrivare a qualsiasi persona lo voglia accogliere per far emergere l’amore e manifestare, di conseguenza, la disponibilità alla condivisione (Lc 19,8 “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; …) e alla conversione piena (Lc 19,9 .. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, …).

Con Gesù, la persona non deve più supplicare Dio ma accoglierlo (Lc 5,27 … gli disse: “Seguimi!”), non deve più cercarlo, essendo dentro di noi, ma dargli spazio per fa dilatare la capacità d’amare. Al banchetto del Signore (Lc 5,29 … gli preparò un grande banchetto ), espressione dell’eucarestia e dell’amicizia più intima con lui, tutte le persone sono invitate (Lc 5,34 .. “Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?) senza necessità di purificarsi, perché esso stesso ci purifica. Il regno di Dio crea un modo di vivere, nuovo e potente, che non può essere contenuto o adattato al vecchio (Lc 5,36 “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a unvestito vecchio).

La comunità cristiana è dunque chiamata a una scelta: prendere la via dei profeti (la novità) o quella dei sacerdoti (la tradizione). E’ forse in questo senso che si è data un’interpretazione sbagliata del messaggio delle beatitudini, facendo sì che molti considerassero la religione come “l’oppio dei popoli” quando, al contrario, il vangelo è un

invito a scelte radicali. I poveri, infatti, non sono beati perché tali, ma perché di loro è (adesso) il regno dei cieli

(Lc 6,20 “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio”)

come effetto della condivisione e responsabilità di ciascuno di noi. La radicalità del vangelo di Luca è sempre difficile da accettare, particolarmente per i ricchi (Lc 6, 24 Ma guai (Ahi) a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione .) che Gesù piange (Ahi) come persone che non hanno saputo sviluppare vita. Gesù non demonizza il denaro, ma il suo cattivo uso: l’essere posseduto da questo (servire Mammona), piuttosto che usarlo peruna società più giusta (servire Dio). Se la scelta di lavorare a favore degli oppressi provocherà contrasti da parte degli oppressori (Lc 6,22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno …, a causa del Figlio dell’uomo), ci sarà sempre chi ci sosterrà, qui e adesso (Lc 6,23 Rallegratevi …, la vostra ricompensa è grande nei cieli.).

In opposizione alle azioni che originano dolore e sopraffazione (avere, salire, comandare), Gesù propone quelle di Dio (condividere, scendere, servire) che donano vita (Lc 12,31 Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta). L’egoismo, che impedisce la condivisione, (Lc 16,19 C’era un uomo ricco) centra l’attenzione su se stessi ma, in realtà,genera una situazione di profonda povertà morale, che non permette di accorgersi di chi soffre accanto a noi, se non quando è già tardi (Lc 16,24 … abbi pietà di me e manda Lazzaro) e le distanze sono incolmabili (Lc 16,26 … tra noi e voi è stabilito un grandeabisso). Chi non riesce a spezzare il pane con gli altri non riuscirà a credere neppure alla resurrezione di Cristo (Lc 16,31 …, neanche se uno risuscitasse dai morti, saranno persuasi). Dio è sempre dalla parte del povero, perciò, se lo cerchiamo per farne esperienza, sappiamo dove trovarlo; certamente lontano dal tempio di cui le autorità religiose hanno fatto “Mammona” il vero signore (Lc 21,1 … gettavano le loro offerte nel tesoro) e hanno reso il popolo vittima di un sistema e di una società che vive d’apparenza(Lc 21,3 … “In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti“).

 

3.

Luca può essere considerato come “il vangelo delle donne”, poiché, in una società che considera le donne inaffidabili e degne solo di generare la vita biologica, Gesù, all’opposto le chiama alle rivelazioni più importanti. Quest’attenzione gli permette di comprendere , per un perdono che sa di aver già ricevuto grazie all’azione unilaterale di Dio senza alcuna richiesta da parte dell’uomo, che l’amore è più importante di una compensazione del peccato (Lc 7,47 … le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato.) perché, appunto, è conseguenza del perdono concesso a priori. Quello che agli occhi della religione è considerato un sacrilegio (l’avvicinarsi a Dio in condizioni di peccato), agli occhi di Dio è considerata manifestazione di fede (Lc 7,50 “La tua fede ti ha salvata; va in pace!”)

 

4.

La fede non è un dono di Dio, ma la risposta dell’uomo al dono d’amore che Dio  ha fatto a tutti quanti.

Nella fede, la vita dell’uomo parte da Dio e si espande verso gli altri, vivendo così non più “per”, ma “con” Dio. Luca usa i personaggi femminili anche per esprimere lo stato in cui versa il popolo. In questa lettura, l’emorroissa rappresenta Israele che sta perdendo lentamente la vita (Lc 8,43 … soffriva di emorragia da dodici anni, che nessuno era riuscito a guarire), la figlia di Giairo la critica condizione del popolo (Lc 8,42 … aveva un’unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire.) sottomesso all’istituzione religiosa, la donna curva (Lc 13,11 … da diciotto anni uno spirito la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo) l’oppressione della legge che da lungo tempo, impedisce alle persone di rialzarsi, Marta e Maria sono l’occasione per una riflessione sul potere che seduce le persone senza farsene accorgere, (Lc 10,41 “Marta…, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose”) e le rende succubi nella società. Luca porta questi esempi per mettere in guardia la comunità dal ricadere nei vecchi errori del passato e della tradizione, ma è anche pronto a dare speranza nella nuova alleanza (Lc 8,50 “… abbi fede e sarà salvata“) e negli effetti dell’accoglienza del messaggio di Gesù (Lc 10,42. Maria… si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”). La vecchia istituzione è morta e Gesù è venuto a resuscitarla a una nuova vita, più forte di un ogni regola civile e religiosa (Lc 8,44 … gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò) e di ogni divisione fra puro e impuro, che sono causa di esclusione.

Questa costruzione umana, e religiosa in particolare, è un meccanismo perverso che impedisce di avvicinarsi a Dio unico in grado di guarire (Lc 5,12 …”Signore, se vuoi, puoi sanarmi”) e liberare. Il Dio che si offre (Lc 5,13 Gesù stese la mano e lo toccò) smaschera la falsità della legge (Lc 5,13).

E’ l’accogliere Gesù che porta alla purificazione e non l’inverso, rendendo evidente la differenza fra l’azione gratuita di Dio e quella interessata della legge (Lc 5,14 “… fà l’offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, ..”). Essere verità (fede) significa assumere, come criterio d’interpretazione per il Vangelo (Lc 10,26 “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”), il bene dell’uomo e in nome di questo avvicinare tutti quanti; avere la verità (religione) è, invece, possedere una dottrina, e in nome di questa giudicare gruppi rispetto ad altri. La legge, dunque, condiziona il rapporto con l’uomo creando barriere e disprezzo (Lc 9,54 “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”), che impediscono di comprendere il messaggio dell’amore universale (Lc10,24 … molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro,…”) e l’avvicinarsi a chi ha bisogno (Lc 10,31 … quando lo vide passò oltre ). Solo chi è più lontano da questo meccanismo può avere compassione (Lc 10,33 Invece un Samaritano, … n’ebbe compassione), azione tipica dell’agire divino, e, quindi, comportarsi come Dio perché capace di restituire vita. Il dottore della legge, aveva chiesto, dove doveva arrivare il suo amore, (Lc 10,29 “E chi è il mio prossimo?”) ma la domanda è stata ribaltata (Lc 10,36 Chi … ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”). Il prossimo è, infatti, chi ama e non colui che è amato, è soggetto e non oggetto dell’amore. Nello stesso modo, il credente non è chi obbedisce a Dio (religione),ma chi si comporta come Dio (fede), capace cioè di trasmettere vita facendosi servo dell’uomo che ha bisogno (Lc 10,34 Gli si fece vicino, … si prese cura di lui). Gli ultimi, gli emarginati di una società ingiusta e oppressiva che li priva di ogni dignità e li mette in pericolo (Lc 8,27 … non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri), spesso reagiscono all’oppressione con violenza (Lc 8,29 … lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami ) ma mostrano desiderio d’incontrare Gesù, per essere accolti senza condizioni (Lc 23,43 “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso“) e ritornare così a vivere (Lc 8,35 .. l’uomo … vestito e sano di mente, .. sedeva ai piedi di Gesù). Coloro che pensavano e speravano che Gesù fosse il Messia glorioso e vittorioso (Lc 24,21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele), rimangono delusi.

Se vogliamo fare reale esperienza di Gesù nella nostra vita, spezziamo il pane e condividiamolo con l’altro (Lc 24,30-31 …, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero) allora Gesù sarà presente per farsi fa pane che trasforma chi lo riceve.

Il Vangelo di Luca è dunque amore, misericordia e inclusione, è Dio lontano reso vicino e intimo all’uomo, è insegnamento di vita e non dottrina. “Và e anche tu fà lo stesso” (Lc 10,37); è il semplice ma radicale invito che siamo chiamati ad accogliere.

 

Redatto da Fredo Olivero per la comunità di San Rocco, Torino, San Rocco 2017 /8
Ricavato da conferenze del Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” .