IN QUALE DIO CREDIAMO?

Noi siamo credenti, ma non tutti allo stesso modo, alcuni tra noi sono “diversamente credenti,”alcuni solo ricercatori di Dio.

Penso che la questione di Dio (credenti o no) si decide nella relazione che si stabilisce tra Dio e la felicità degli esseri umani e, forse, concretamente tra Dio e la sofferenza umana.

Le esperienze politiche che hanno fatto a meno di Dio (esperienze statali dittatoriali  della sinistra” comunista” e dei movimenti sociali di tipo nazista,fascista) hanno, di fatto, aumentato la sofferenza umana, togliendo la libertà individuale , distruggendo ogni speranza umana collettiva con guerre, torture, genocidi di popoli fino allo sterminio .

Le speranze terrene di liberazione sono diventate un disastro umano con milioni di uccisioni di avversari diventati nemici. Questa è la storia tragica degli ultimi 100 anni.

Ma anche coloro che si sono afferrati a Dio ed alla religione pensando ad  uno stato “cristiano” i cui valori vengono imposti hanno fallito: nulla è importato loro della sofferenza umana ed hanno detto alla gente, accreditandola  con interpretazioni parziali, storico-bibliche bislacche e affermando ”che i mali di cui soffre sono castighi di Dio per i peccati commessi da coloro che non si sottomettono a Dio!” .

Lo ha ripetuto Radiomaria in questi giorni commentando il terremoto in Umbria.

In questi paesi dittatoriali quasi nessuno dei diritti umani è rispettato ;infatti i governi sono  gestori di un capitalismo ideologico, talora giustificato con la fede anche cristiana, con le conseguenze terrificanti di fame, guerre, distruzioni ecologiche, sottomissioni e discriminazioni delle minoranze.

Per noi cristiani il problema di fondo è che non vogliamo  accettare che Gesù di Nazareth fu ucciso come blasfemo, ma la sua bestemmia non fu negare Dio, ma cambiare il modo di intendere la trascendenza di Dio, il rapporto umano  con Lui.

Quando Gesù disse ai sommi sacerdoti che era “figlio di Dio “(Marco 14,61-62) ,cioè ci portava il messaggio profondo di Dio ,tutti presero la dichiarazione come una bestemmia, non accettavano che il trascendente fosse lì, in quel blasfemo “delinquente” che i poteri religioso e civile avevano condannato.

Giudaismo ed Islam hanno inteso la trascendenza divina in modo ancora più radicale del cristianesimo. Per il cristianesimo il trascendente, DIO ,è colui che non sta alla portata della nostra conoscenza e Gesù di Nazareth ce lo rivela, perché è a sua conoscenza.Però insieme Gesù di Nazareth trascende la condizione umana con un’umanizzazione così radicale che arriva dove nessuno di noi può arrivare; una profondità umana che non si può ottenere senza Dio, un’umanizzazione che trascende l’umano coniugando l’amore e la solidarietà con la sofferenza che bandisce ogni atto, ogni manifestazione inumana che rattrista questo mondo.

Il Dio di Gesù non fu l’onnipotente tradizionale Dio, ma il Dio la cui “onnipotenza” si basa sul suo amore senza fine. Si identifica con il dolore del mondo, con l’emarginazione degli emarginati per condividerla e tirarli fuori.

Si tratta di “trascendenza” intesa a partire dal Vangelo (e non dalla filosofia platonica). La felicità dell’essere umano non è ottenere ogni capriccio, ogni soddisfazione.

Il Dio di Gesù è quello che si umanizza in profondità perché le persone possano superare la disumanizzazione che le minaccia.

L’esperienza della felicità dell’essere umano si può spiegare a partire da tre elementi:

  1. l’esperienza del senso della vita :quel che facciamo ha senso e dà senso alla vita
  2. la solidarietà con tutti gli esseri umani: qualsiasi siano le loro idee e situazioni
  3. l’esperienza della gioia e della felicità condivisa nell’amore che fonde le persone nella donazione ,nella condivisione.

La volontà del  Dio che Gesù ci rivela è questa :che l’essere umano viva e lotti contro la sofferenza.

Se Dio, a partire dall’incarnazione, si è fuso con l’essere umano, la massima aspirazione di ogni uomo è questa condivisione.

Se Dio lo incontriamo in questa esperienza di felicità, il suo progetto deve includere

  1. un impegno etico in difesa dei diritti e della dignità delle persone
  2. una spiritualità vissuta a partire dalla fede nel padre di Gesù, che si concretizza nella preghiera ,nell’ascolto, nella condivisione che cerca i modi di umanizzare la vita degli uomini..

Questione centrale per i cristiani: cercare Dio a partire dalla solidarietà con le vittime, con coloro che necessitano di calore umano.

Il Dio di Gesù è senz’altro il Dio della nostra felicità che ci vuole felici.

 

Fredo Olivero, Torino 2017/5