Matteo 13,24-43

 

LASCIATE CRESCERE INSIEME GRANO E ZIZZANIA FINO ALLA MIETITURA

Gesù propone, nella versione di Matteo, tre parabole o esempi della natura che riguardano tre tentazioni della comunità:

  1. sentirsi dei privilegiati
  2. tentazione della grandezza
  3. rischio dello scoraggiamento.

Soggetti delle parabole  sono laici non religiosi,presi dalla vita reale: grano, senape e lievito che richiedono un processo di crescita paziente e servono a capire il “Regno di Dio”, cioè l’alternativa di rapporti sociali che Gesù è venuto a proporre.

La prima parla di un uomo che ha seminato del buon seme e, di notte, il nemico gli semina la zizzania che ha grani tossici, con effetto narcotico. I servi si meravigliano “Non hai seminato seme buono!”. Risponde “Un nemico ha fatto questo”. I servi, pieni di zelo, gli dicono “Vuoi che andiamo a sradicarla?” La risposta è: no, lasciatela crescere, fareste più danno a toglierla ora, togliereste anche il grano buono.

La seconda prende le distanze dall’immagine grandiosa di Ezechiele (cap. 17), che immaginava il regno come un monte alto su cui svettava un altissimo cedro (siamo vicini al Libano), chiamato il re degli alberi, che attira l’attenzione per la sua posizione.

E Gesù “Il regno è come un chicco di senape che viene messo nell’orto”, cresce nell’orto di casa, è un arbusto, non attira l’attenzione, ma quando il vento  porta i semi,infesta tutto superando qualsiasi confine.

Marco(cap.4,26-34) parlerà anche lui del granello di senape :piccolissimo,diventa quasi un albero sottolineando la differenza dalla semina ai risultati.

La terza dice “Il regno è simile al lievito che una donna prese e mise in 3 misure di farina” (40 kg.). Questa misura per un pugno di lievito naturale è moltissima, impossibile quasi che venga fermentata, invece viene tutta fermentata.

I discepoli gli chiedono spiegazione solo della prima, che hanno compreso bene, ma non sono d’accordo perché sono animati dal senso di superiorità, di ambizione. E Gesù spiega: il campo è il mondo, il seme sono i figli del Regno, quelli che hanno accolto le condizioni perché diventi realtà. La zizzania rappresenta i figli del maligno, coloro che gli assomigliano nelle scelte.

Quindi, quando si strappa la zizzania tossica alla fine di questo tempo, i servi la bruciano. Raccoglieranno tutti gli scandali (pietre di inciampo) cioè quelli che vogliono il messia trionfante, di successo, ma non si convertono anche se  dicono di voler convertire gli altri. Sono costruttori del nulla.

Prendendo in prestito l’immagine di Daniele “Li gettarono nella fornace ardente, dove ci sarà pianto e stridore di denti”, indica la disperazione per il fallimento di chi ha mirato ad un Regno di Dio trionfatore, di dominio. Potremmo dire: si strapperanno i capelli disperati per il fallimento.

I giusti (chi sceglie la vita), invece, entrano nella pienezza della vita e chi ha prodotto morte sprofonda nella morte.