Matteo, 5,3-16

 

“VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO” DICE GESU’ AI DISCEPOLI

 

Proclamate le Beatitudini, nuova morale evangelica che sostituisce i comandamenti, Gesù di Nazaret si rivolge ai discepoli che lo hanno accolto e dice loro “Voi siete il sale della terra”.

Qual è il significato di sale? Da sempre il sale serve a conservare gli alimenti: si mettevano sotto sale o il sale si spargeva sopra i cibi. Sale che conserva diventa segno di fedeltà, “conservazione” dell’impegno, dell’alleanza tra Dio ed il suo popolo (il libro del Levitico scrive “Non lascerai mancare il sale (la fedeltà) dell’alleanza del tuo Dio”.

Fatta una nuova alleanza tra Dio ed il suo popolo, i discepoli che l’accolgono devono essere, con la vita, garanti di questo. “Ma se il sale perde sapore” (letterale è “impazzisce”)” con che cosa lo si renderà salato?”

Impazzire è il verbo riferito a chi “ha posato la casa sulla sabbia”, senza fondamenta. E’ tutto entusiasta,  costruisce la casa , ma poi non mette in pratica l’impegno(le fondamenta), quindi la casa sarà distrutta dalla prima mareggiata o temporale.

Il suo entusiasmo infondato “A null’altro serve che ad essere gettato fuori e calpestato”, triturato dalla gente.

Se voi, dopo aver preso l’impegno con il Signore, dice Matteo, non siete fedeli, meritate solo il disprezzo della gente, che attende da voi un’alternativa a questa società, una modalità diversa di vivere.

Se non la praticate, resta delusa e vi disprezza e non crede alla proposta .

Poi Gesù di Nazaret propone  un altro esempio. “Voi siete la luce del mondo”. Luce del mondo, allora era Gerusalemme, Israele con il  suo popolo.

Ora  invece luce sono i discepoli, persone, soggetti dinamici che poi manderà ad annunciare il Vangelo (luce del mondo).

E fa degli esempi con la luce e dice “La lampada non si accende per metterla sotto il moggio” (recipiente con cui si misuravano i cereali). Il moggio è immagine di quello che si misura per dare, e non dove nascondere, coprire, la luce, ma semmai sollevarla.

Con il candelabro si fa luce a chi è in casa: la luce sono le buone abitudini, la pratica del messaggio. E questi discepoli rendono gloria al Padre nostro che è nei cieli, se fanno opere buone non per la propria gloria o ammirazione. Non fatele mai per essere ammirati dagli uomini, dirottate l’ammirazione verso Dio che è Padre, che comunica vita.

Quindi Gesù fa un invito affinchè la pratica di una nuova morale evangelica sia una luce che man mano inonda la società, che è assetata della “buona notizia”:

 

Dio ama senza limiti uomini e donne e non si ferma davanti al rifiuto, ma ci riprova sempre.