LA MEDITAZIONE CRISTIANA

Lo scopo primario della meditazione cristiana è quello di consentire alla misteriosa e silente presenza di Dio in noi di farsi, via via, non soltanto una realtà, bensì la realtà della nostra vita; di divenire quella realtà che dà significato, forma e fine a tutto ciò che facciamo, a tutto ciò che siamo.

John Main osb

La meditazione cristiana

Quando nel 1975 il padre benedettino John Main aprì il primo centro di Meditazione Cristiana presso il suo monastero di Londra, egli ripristinava la tradizione della preghiera contemplativa silenziosa propria degli insegnamenti dei Padri del Deserto dei primi secoli del Cristianesimo.

La meditazione era chiamata dai primi cristiani la preghiera pura: essa è un dono così profondo che noi possiamo acquisire solo lentamente, con fede e perseveranza.

La meditazione è un’esperienza più che una teoria, è un modo di vivere piuttosto che un modo di pensare, una via per raggiungere il profondo del proprio cuore in ogni circostanza.

Il centro della meditazione cristiana è Cristo: questo significa che durante il silenzio della meditazione la preghiera è rivolta a Cristo e lo Spirito Santo penetra nel profondo di ognuno. Come nella tradizione profetica un silenzio solenne precede e annuncia la venuta dello Spirito, così il nostro silenzio, colmo della Presenza, risonante della Parola, prepara all’ascolto tramite una preghiera invertita nelle parti, dove è Dio che prega in noi.

Afferma il profeta contemporaneo Arturo Paoli della congregazione dei Piccoli Fratelli del Vangelo che “il silenzio inteso come sottrarsi alla quotidianità generalmente così piena di comunicazione tecnologica è per noi oggi una conquista sempre più difficile da raggiungere.

Questa è la grande lacuna in cui si trova il nostro tempo che ci travolge e in cui cerchiamo di evitare la solitudine e il silenzio e con esso la capacità di raggiungere il nostro sacro luogo interiore dove dimora il dolce Ospite dell’anima”.

Egli aggiunge, inoltre, che “fare silenzio è un modo di pregare prezioso, importante e fecondo.

Da questa dimensione interiore vengono le migliori ispirazioni, sorgono le decisioni più importanti per affrontare la nostra vita. Finché non ci si abitua a questo silenzio, non si possono porre le basi per guardare al futuro con stabilità e tranquillità”.

Il modo con cui possiamo raggiungere il silenzio interiore, è la recita di una piccola parola о frase di preghiera (chiamata nella tradizione mantra) che ci conduce e guida lungo il cammino del silenzio, al riparo dalle distrazioni sempre pronte a presentarsi alla nostra mente.

Per meditare cerchiamo un luogo tranquillo e prendiamo una comoda posizione seduta. Chiudendo lentamente gli occhi, sediamo rilassati ma vigili e, silenziosamente, ripetiamo continuamente e interiormente la parola о la frase che abbiamo scelto, il nostro mantra.

John Main suggerisce la parola aramaica (la lingua parlata da Gesù) Maranatha che appare anche nelle lettere di Paolo, che conclude l’Apocalisse di san Giovanni e che significa “Vieni Signore”.

La parola Maranatha è stata scelta e raccomandata perché non ha connotazioni visive о emozionali. La sua continua ripetizione ci conduce, con il tempo, a un silenzio sempre più profondo accompagnandoci verso quella dimensione contemplativa che sembra mancare alla vita cristiana di oggi.

Meditando, ascoltiamo interiormente la parola che stiamo pronunciando e continuiamo con semplicità e perseveranza.

Non dobbiamo pensare о immaginare niente: la meditazione conduce la nostra mente ad uno stato di quiete e di silenzio per prepararsi al momento dell’incontro.

Meditando liberiamo la mente dalle nostre certezze, dai nostri schemi e ricerchiamo la purezza e la semplicità che è propria dell’animo dei bambini, il tutto senza darci obiettivi о scadenze, ma solo procedendo e perseverando con fede.

Quando le distrazioni e i nostri pensieri ci portano lontano da questo stato, vi ritorniamo dolcemente e serenamente riprendendo la recita del mantra e con esso il nostro cammino. Dedichiamo alla meditazione 20-30 minuti del nostro tempo per due volte al giorno.

La meditazione crea comunità

Al fine di sostenere la pratica quotidiana e individuale i meditanti si uniscono frequentemente a un gruppo di meditazione settimanale che si svolge in questo modo.

  • A un momento di musica opportunamente scelta, fa seguito la lettura di un brano di John Main о di altro autore spirituale sulla meditazione cristiana.
  • Si inizia quindi il silenzio meditativo che prosegue per circa 25 minuti con la recita silenziosa della parola sacra.
  • Segue l’ascolto della Parola di Dio о di altro breve testo spirituale.
  • Alla fine, per chi ne sente la necessità, ci può essere un momento di condivisione della pratica.

“È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv. 4,23-24)